Eriksen e la qualità- Qualcuno storcerà il naso, sempre pronto ad affermare che Christian Eriksen è un problema per il 3-5-2 di Conte. La qualità non potrà mai essere un problema e con Eriksen in campo l’Inter ha disputato la mezz’ora più bella dell’intero campionato. I soliti criticoni del danese aggiungeranno che con l’uscita del biondo centrocampista i nerazzurri hanno rifilato tre reti al Cagliari. Ma non può essere certo colpa di Eriksen se quei compagni che magistralmente ha liberato di fronte a Cragno nei primi minuti dell’incontro si sono letteralmente mangiati gol fatti.
Ragione e sentimento – L’Inter ha bisogno di equilibrio e di qualità, e vivaddio la rosa possiede sia l’uno che l’altra. Sgombriamo il campo da inutili equivoci tattici. Con Eriksen la squadra non è sbilanciata. Al contrario, al netto dell’equilibrio mai smarrito aggiunge un pizzico di fantasia alla manovra. Eriksen non è il classico trequartista di quelli, per intenderci, alla Roberto Baggio, Djorkaeff, o Snejider. E’ un centrocampista razional-fantasioso, una via di mezzo perfetta tra ragione e sentimento. Sarebbe un peccato perdere un calciatore considerato dall'allenatore poco congeniale al suo modulo di riferimento. E’ un ragionamento che poggia su castelli di sabbia, a meno che a Conte non si faccia un contratto a vita. Difficile, visti i continui alti e bassi del matrimonio tra le parti in causa, mai del tutto idilliaco.
La fretta è cattiva consigliera – Supponiamo che per ipotesi le strade di Conte e quelle dell’Inter si separassero. Potrebbe capitare anche in caso di conquista dello scudetto. Un’ipotesi tutt’altro che effimera. Dovesse arrivare un allenatore votato ad un calcio più propositivo, meno muscolare, l’Inter potrebbe rimpiangere – anzi lo farebbe con certezza – il bagaglio tecnico di Eriksen. Meglio dunque non prendere decisioni affrettate. A gennaio bisognerà cogliere opportunità e lasciar partire chi, realmente, non può aggiungere nulla alla causa nerazzurra. Farla cogliere a qualche altra squadra cedendogli Eriksen non sarebbe certamente da annoverare tra le mosse sagge della società.