(ID) In occasione del match tra Inter e Napoli che si disputerà domani sera, la redazione di Interdipendenza.net ha intervistato il doppio ex Mauro Milanese, amministratore unico della Triestina. Tanti i temi trattati.
Domani sera una gara di cartello. Inter-Napoli è sfida scudetto. Come ci arrivano le due squadre?
“Due squadre in forma. L’Inter potrà concentrarsi solo sul campionato, visto che è stata eliminata dalla Champions League, e se da un lato ha rappresentato una grande delusione, dall’altra non accumulerà più la stanchezza psicofisica del doppio impegno di Coppa. Dovrà puntare a vincere lo scudetto, avendo una rosa leggermente più ampia di quella del Milan. Anche il Napoli vi arriva bene, grazie a Gattuso che ha dato mentalità alla squadra. Il Napoli dovrà dimostrare in gare come questa, veri e propri bivi psicologici, di possedere quella compattezza necessaria per intraprendere la giusta strada dei filotti di risultati positivi. Sono queste le partite più importanti a livello psicologico. La miccia per l’esplosione in senso positivo. “
In questi giorni si è parlato molto di Conte e del fatto che non possa essere l’uomo adatto a guidare l’Inter a causa del suo DNA juventino. Lei che conosce bene il mondo nerazzurro e i suoi valori pensa che le due cose possano essere incompatibili, o Conte può essere l’uomo giusto per guidare questa squadra?
“Si, Conte può essere l’uomo giusto. Deve essere però il Conte arrivato alla Juventus, con tanta fame di dimostrare. Lì ha ereditato una squadra al settimo posto e l’ha condotta a vincere tre scudetti. È fisiologico, vittoria dopo vittoria, perdere un po' di fame, con la tendenza a sviluppare meno autocritica. Magari poi qualche calciatore non rende come dovrebbe. Per Conte l’Inter rappresenta una grande sfida professionale. Vincere lo scudetto a Milano, sponda nerazzurra, per questioni ambientali, di tifoseria, di stampa e per l’atmosfera che si vive è, secondo me, più difficile che vincerlo al Milan o alla Juventus. Conte dovrà lamentarsi di meno e pedalare di più, proprio come faceva in campo e come ha fatto quando allenava la Juventus.”
L’eliminazione dalla Champions League sembra quasi imporre all’Inter la vittoria del campionato. Lei ritiene che i nerazzurri siano i favoriti, oppure che ci siano squadre più forti?
“La Juventus ha una rosa competitiva. Con Pirlo ha pagato un pochino l’avvio di stagione, ma non dimentichiamoci che è la squadra da battere. Ha perso terreno all’inizio e deve recuperare punti, ma il campionato è lungo. È chiaro però che se il Milan dovesse continuare a giocare così bene e ad ottenere risultati sommati a prestazioni convincenti, potrebbe anche farcela. L’Inter ha una rosa competitiva, e possiede ampi margini di miglioramento. Per quanto riguarda il Napoli sappiamo che l’ambiente e l’effetto delle vittorie possono avere un effetto devastante.”
Da difensore, cosa pensa di Bastoni e di Skriniar? Due giocatori agli opposti. Uno è esploso, l’altro fa fatica con la difesa a tre.
“Io ho notato che puoi giocare a uomo, a zona, a tre quattro o cinque. E’ chiaro che questi giocatori devono avere delle conoscenze tecnico/tattiche e la resa non deve dipendere dal modulo. Tante le variabili, come la determinata stagione, il determinato infortunio, la condizione fisica. Ma a questi livelli gli alibi devono essere pochi. Ci sono anche dei giocatori pagati tanto per giocare poche partite e devono rendere. L’impegno massimo sia mentale che fisico ci deve essere, anche se poi possono configurarsi stagioni negative. In allenamento bisognerebbe provare gli schemi e rendere automatici determinati movimenti. Con la difesa a tre i meccanismi sono diversi. Quando i terzini sono alti bisogna difendere perché l’ampiezza con la difesa a tre è ampia e bisogna leggere rapidamente le situazioni. Bastoni sta migliorando partita dopo partita e si sta imponendo tra i migliori difensori di una difesa a tre.”
Com’è stata la sua esperienza in nerazzurro?
“Molto positiva. Sono arrivato nell’Inter di Ronaldo proveniendo dal Parma di Ancelotti. I ducali disputavano la Champions ed era un’altra grande squadra, composta dai vari Buffon, Cannavaro, Thuram, Crespo e Chiesa. Un grande Parma ma anche l’Inter era una squadra fortissima. Qualcuno ha vinto anche il Mondiale. Giocavo con campioni del calibro di Roberto Baggio, Ronaldo, Djorkaeff, Paulo Sousa, Pirlo, Recoba, Winter, Pagliuca, Bergomi, Zanetti, Zamorano, Simeone…insomma davvero un gran bel vedere. Molto importante era anche il blocco di italiani come Moriero, Colonnese, Galante, Sartor. La difesa era una roccaforte con Pagliuca che parava anche le mosche. Vincemmo la Coppa Uefa Parigi e qualcuno ci ha fatto perdere uno scudetto. Contro la Juventus nella gara di ritorno disputata a Torino non ci hanno fischiato un rigore sacrosanto. Con un Ronaldo così forte al primo anno di serie A lo avremmo meritato quel tricolore. Ronaldo senza infortuni era devastante. Con un po' di organizzazione dietro le partite le vinceva da solo.”
Lei ha vissuto l’Inter di Moratti, mentre oggi la società appartiene a Suning. Cosè cambiato?
“La mentalità cinese è diversa da quella italiana. Moratti oltre ad essere una persona molto generosa era anche tifoso, sempre presente allo stadio, con un papà che era stato presidente prima di lui. Sono stati per tanti anni proprietari dell’Inter. Con la presidenza italiana c’erano cuore e tanta passione. Si giocava per la maglia. Ora si pensa alle scadenze contrattuali, ai procuratori. I giocatori sin da gennaio conoscono il loro futuro, ben sapendo se restaranno oppure andranno via. I calciatori sono piccole aziende che possono valere diversi milioni. Se si guarda allo stipendio lordo di un calciatore, si nota che è una piccola azienda. C’è un indotto attorno al calciatore che spesso lo conduce a non scegliere da solo la destinazione.”
Chi vince domani?
“Pronostico difficilissimo. Entrambe hanno le potenzialità per vincerla e, soprattutto, la voglia di conquistare l’intera posta in palio. È difficile fare un pronostico perché la partita potrebbe essere decisa da alcuni episodi. Bisognerà vedere chi si approccerà meglio alla gara mantenendosi più corto ed atttento sulle seconde palle. Ci vogliono organizzazione, corsa e fisicità. Entrambe le squadre possiedono queste doti e possono vincerla anche segnando parecchie reti”.