Primo tempo – Conte e Gattuso sembravano Bud Spencer e Terence Hill nel celebre “Altrimenti ci arrabbiamo”. Nessuna Dune Buggy in palio, solo – si fa per dire – un posto al sole in classifica. Conte voleva giocarsela coi muscoli e senza la fantasia di Sensi ed Eriksen finiti in panchina, mentre Gattuso ha puntato sulla rapidità dei suoi esterni. Alla fine hanno deciso, proprio come i protagonisti del celebre film, di giocarsela a birra e salsicce. Ne viene fuori un primo tempo al cloroformio. Possesso prolungato e sterile del Napoli mentre l'Inter sta a guardare. Un solo tiro in porta di Lautaro, fuori dallo specchio della porta, frutto di una casuale palla persa dal Napoli in disimpegno. Ritmo assente, latitante quanto le emozioni, complice il deserto sugli spalti. Lautaro e Lukaku pressano la difesa partenopea ma la mollezza anche e, soprattutto a centrocampo fa calare il sipario sui primi quarantacinque minuti.
Secondo tempo – parte meglio il Napoli che va vicino al vantaggio con Insigne. Superlativo Handanovic nell'occasione. L'Inter attende e, come uno scorpione, piazza il veleno con Lukaku su rigore. Il Napoli resta in dieci ma non rinuncia a giocare andando vicino al gol con Politano. Anche in questa occasione Handanovic si supera. L'Inter passa dal 3-5-2 ad un ancor più abbottonato – incredibile ma vero – 5-4-1 inserendo Hakimi per Lautaro.
Il simpatico buffetto – Lo merita Handanovic. Riscatta alla grande l'opaca prestazione di Cagliari compiendo due autentici miracoli. Il primo su Insigne, il secondo su Politano. Si esalta come un giaguaro di fronte alla preda. Quando non ci arriva, il palo viene in suo soccorso.
Le rasoiate – Young non riesce mai a pennellare un cross per gli attaccanti. Che sia colpa della saudade per il Watford? Se così fosse, con gennaio alle porte si potrebbe pensare anche ad una sua cessione. Nel 3-5-2 senza cross dagli esterni per gli attaccanti si fa dura.