Inter, era la primavera del 2019, quando, dopo l'arrivo in nerazzurro di Marotta, si inizia a vociferare del possibile addio di Spalletti e del conseguente eventuale arrivo di Antonio Conte, lungamente corteggiato due anni prima. Ma sul tecnico salentino ci sono anche altre squadre. La Roma e il Milan in Italia, Manchester United, Bayern Monaco e PSG (su tutte) all'estero. Ma poi trapela una notizia chiara.
Conte vuole un progetto in cui possa costruire da zero, non una squadra già rodata dove venga chiamato a gestire. perché quella è la sua dimensione, quelle le situazioni in cui si esprime meglio. Come avvenuto con la Juventus, reduce da due settimi posti e portata subito allo scudetto. O al Chelsea, con cui ha vinto la Premier dopo aver raccolto la squadra dalle macerie di un tredicesimo posto.
E l'inizio di entrambi i progetti aveva un denominatore comune. Nessun impegno infrasettimanale. Nessun impegno europeo insomma. Conte predilige quindi progetti in cui può costruire da zero, e la storia insegna che lo fa al meglio (scudetto al primo tentativo) quando può concentrarsi solo sul campionato. Situazione in cui, suo malgrado, si trova ora l'Inter.
Per la prima volta quindi Conte potrà fare all'Inter quello che gli riesce meglio. Questo aspetto potrebbe far digerire meglio la brutta eliminazione dalla Champions e aiuterebbe a vedere il bicchiere mezzo pieno. La possibilità di lavorare per una settimana intera sugli impegni di campionato, uniti alla maniacalità del tecnico possono essere un'arma più che letale, arma di cui l'Inter può usufruire. Ora quindi si vedrà per la prima volta in nerazzurro il vero Conte, quello per cui vengono pagati 12 milioni l'anno. Ora l'ex CT è messo nella suo habitat naturale, nella migliore condizione possibile per il suo modo di lavorare.