Inter, Conte vince col braccino corto. Gara ardua, lo champagne arriverà
La classifica sorride – È andata bene. L’Inter ha vinto raccogliendo più di quanto realmente seminato. Questa volta il pragmatismo tanto caro a Conte, sommato ai miracoli in serie di un Handanovic in serata di beatificazione, consente ai nerazzurri di accorciare sul Milan ed allungare su Juventus e Napoli. Il campionato è lungo ed equilibrato e le sorprese sono – e saranno – all'ordine del giorno.
Primo tempo ad andamento lento – Non è stata una bella partita, spericolata, di quelle che non dormi mai. I ritmi soporiferi del primo tempo ben scanditi da un tatticismo dominante, hanno prodotto una sola occasione da rete, clamorosamente fallita da Lautaro. Nella ripresa la musica è cambiata soprattutto per meriti del Napoli, entrato in campo con maggiore piglio e determinazione. Ma l’Inter che grazie al lavoro di Conte sta smaltendo quell’ingenuità che non può e non deve appartenere alle grandi squadre, ha saputo colpire al momento giusto e con gli uomini giusti. Lukaku, raddoppiato anche durante l'intervallo dagli uomini di Gattuso, è stato bravissimo a servire in corsa Sensi.
Croce e delizia – Tante delle fortune stagionali dell’Inter passeranno necessariamente dai piedi buoni dell’ex centrocampista del Sassuolo, croce e delizia dello stesso Conte. Quando sta bene non ce n'è per nessuno. Il buon tiro di Sensi – l'unico dell'Inter fino a quel momento – rimpallato dai difensori del Napoli, è finito sui piedi di Darmian, profondo seguace e brillante interprete del Contismo. Ospina gli è franato addosso, e in un’epoca in cui nonostante il Var ci siano calci di rigore inesistenti, eccone uno lapalissiano, cristallino, insindacabile. Lukaku, glaciale come Sir William Wallace di fronte ai soldati inglesi, ha trasformato la rete del definitivo 1-0. Insigne si è fatto espellere nell'occasione per ingenue proteste ed ha lasciato il Napoli in inferiorità numerica.
La paura fa tre punti – Partita in discesa? Neanche per sogno. A complicare le cose non era la solita, attesa, forse prevedibile follia della Pazza Inter, ma alcune decisioni di Conte. A lui e alla squadra, per ammissione dello stesso allenatore, è venuto il braccino del tennista. Troppo importante la posta in palio al punto da giustificare il cambio modulo. Il classico ed ermetico 3-5-2 di fronte al nuovo ed ancor più abbottonato 5-4-1 è paradossalmente apparso come uno schema di zemaniana memoria. Le risposte del Napoli si sono infrante contro i guantoni di Handanovic e su un palo benedetto che ha risposto picche a Petagna.
Lo champagne è sempre in frigo – Vola l’Inter, giunta al quinto successo consecutivo in campionato. Ma non chiamatela né pazza, né bella. Per il momento è solo Contiana. Vince, e finché i risultati saranno dalla parte del tecnico, andrà bene così. Per lo champagne con cui brindare a un incontro giocato in maniera spettacolare ci sarà tempo. Senza scomodare Peppino Di Capri.