(ID) Garlando analizza il momento dell’Inter. Le sue parole in esclusiva
Il giornalista e scrittore Luigi Garlando ha commentato in esclusiva ai nostri microfoni il momento dell’Inter di Antonio Conte
Luigi Garlando, scrittore e giornalista de “ La Gazzetta dello Sport“ e “SportWeek” intervenuto in esclusiva ai microfoni di Interdipendenza. Ospite dello show “I Gemelli nerazzurri and Saba” curato e condotto dai giornalisti Raffaele Garinella e Mario Spolverini e con l’agente Fifa Sabatino Durante come guest star, Garlando ha analizzato l’attuale momento dell’Inter di Antonio Conte.
Sull’obbligatorietà dell’Inter di vincere un campionato, Garlando si è così espresso:
Mi meraviglia Conte quando rifiuta per l’Inter il ruolo di candidata alla scudetto. Arriva da una stagione in cui è l’Inter è arrivata seconda in campionato e in finale di Europa League. Lo stesso Conte ha dichiarato qualche settimana fa di aver visto nell’Inter una crescita esponenziale. L’Inter ha un buon organico e il vantaggio di una primavera senza coppe, per cui deve assolutamente sentirsi in dovere di vincere questo scudetto e correre fino alla fine. Vorrei che Conte ammettesse di avere una squadra che non ha ancora portato fino a dove dovrebbe essere.
Sul cambio modulo (da 3-5-2 a 5-4-1) con l’Inter in vantaggio di una rete e di un uomo, Luigi Garlando ha palesato le proprie perplessità.
Non mi è piaciuto. Conte ci accusa spesso che noi lo giudichiamo solo per il risultato, ma non sono bastate queste cinque vittorie di fila. Una partita come quella di ieri ti fa regredire anche se sei al secondo posto a un punto dal primo. L’Inter ha fatto un ottimo lavoro durante lo scorso campionato. È cresciuta in personalità e spessore internazionale, ma quest’anno ha fatto un passo indietro. L’eliminazione in Europa ha rappresentato una botta tremenda per la crescita di questa squadra. Persa la vetrina internazionale, Conte dovrà infondere sicurezza al gioco per far crescere l’Inter, così come sono cresciute Atalanta e Milan. Se si concede il 60% di possesso palla al Napoli in casa propria, e quando si è in vantaggio di un uomo si pensa a difendere il risultato, vuol dire che c’è stato un passo indietro nonostante i tre punti in più in classifica. Questo è il primo scontro diretto che l’Inter ha vinto, la crescita deve avvenire non solo in classifica ma anche con un gioco dominante e col possesso palla. Questo nel 3-5-2 puro non mi convince appieno, così come vedere tanti giocatori di qualità in panchina.
Garlando si è inoltre soffermato sul poco spazio concesso a Christian Eriksen.
Ritengo che nel fallimento di un progetto le colpe siano generali. Se Conte avesse investito in Eriksen la medesima passione che ha investito per Lukaku, qualcosa sarebbe stata differente. Eriksen non è mai stato in cima ai pensieri di Conte, e questo il centrocampista danese può averlo percepito. Non credo che un giocatore così importante, che è arrivato a disputare una finale di Champions League non sia in grado di adattarsi al nostro campionato. Con le sue qualità si adatterebbe a tutti i tipi di calcio.
Sui reali obiettivi dell’Inter, Garlando ritiene che si debba fare maggiore chiarezza
L’Inter non sa ancora bene dove andare e questo potrebbe essere un problema. Conte ha cominciato la stagione dicendo che avrebbe voluto divertirsi. Che ne è stato di quei proclami? C’è un po’ di confusione. Pensiamo al doppio incontro contro lo Shakhtar, giocato in fotocopia. Conte è considerato un grande stratega ed allora avrebbe dovuto approcciare meglio la gara di ritorno. Fa un po’ di fatica a proporre un calcio dalla dimensione europea e purtroppo l’Inter è stata eliminata nella fase a gironi.
La chiusura è dedicata all’eventuale addio di Conte a fine stagione
Se fossi un dirigente nerazzurro valuterei il lavoro di Conte attraverso un criterio: quello della crescita. Se i conti non dovessero tornare, allora si tireranno le somme. Sarà difficile conquistare lo scudetto giocando come contro il Napoli. In caso di vittoria finale, sono convinto che la conferma di Conte sarebbe scontata.