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Inter, tra Conte e Marotta c’è molto da chiarire, tra i tifosi pure

“Nel periodo natalizio faremo delle valutazioni. Ma non è importante la mia, quanto quella che dovrà fare il club dopo 4 mesi di lavoro. È giusto dare un seguito al meeting di agosto, sedersi e capire che tipo di soluzioni abbiamo in mente di affrontare e se le vogliamo affrontare”.

Se qualcuno pensava che Conte a Villa Bellini avesse cambiato atteggiamento nei confronti della società  dopo le parole in conferenza stampa di ieri  è servito. Nel mezzo ci sta una eliminazione dalla Champions League sanguinosa, per come è stato affrontato un girone alla portata e per i danni economici che ne derivano. Ma al mister evidentemente questo interessa poco.

A lui ora  importa soprattutto rovesciare il tavolo delle responsabilità, quello che oggi gli imporrebbe di vincere lo scudetto dopo l’onta europea. Se si compra possiamo vincere altrimenti la colpa non sarà la mia, questo in sintesi il suo messaggio inviato alla società ed ai tifosi.

Tutto ruota intorno ad un concetto: dirigenza e proprietà  ritengono che questa squadra abbia già  tutto per vincere, specialmente in un campionato senza un padrone come negli ultimi nove anni, Conte no. Marotta ha già fatto ampiamente capire che sul mercato di gennaio si potrà fare qualche aggiustamento solo se ci saranno uscite importanti, Conte pretende altri investimenti.

Che il tecnico non abbia completa fiducia  nella squadra lo ha dimostrato anche attraverso la gestione di alcune partite (Napoli su tutte)  nelle quali la squadra è stata costretta ad un atteggiamento pericolosamente passivo  e, soprattutto, nella gestione della rosa , imponendo gli straordinari a qualcuno e lasciando  marcire in panchina capitali tecnici ed economici.

E’ dunque evidente che Marotta e Conte viaggiano su treni destinati a scontrarsi di nuovo, come nella scorsa estate. La stazione di Villa Bellini rischia di essere  ancora affollatissima da qui a breve  per un altro passaggio che già si preannuncia sostanzialmente inutile come quello del 25 agosto nel quale fu deciso di non decidere con le conseguenze oggi sotto gli occhi di tutti.

E i tifosi che dicono? I tre punti sono una medicina formidabile per ogni mal di pancia ma la spaccatura è ormai profonda tra chi pensa che Steven Zhang debba necessariamente piegarsi alle richieste di Conte (dimenticando i 100 milioni di perdite di quest’anno) e chi ritiene che la società dovrebbe imporsi e mettere un freno all’atteggiamento manicheo dell’allenatore.

Poi ci sono i buonisti, quelli che dicono io sto con il mister e con la società, straziati dalla faida interna ma impavidamente arroccati nel loro spirito ecumenico.  Gli sfugge qualcosa di importante ma sono ammirabili…