Inter, la fatal Verona? Lo è stata per qualche simpatico gufetto

William Shakespeare immaginò a Verona gli amori leggendari di Romeo e Giulietta. Verona romantica e pittoresca, ma anche squadra difficile da affrontare. Merito di Juric e del suo calcio sempre propositivo. Per questo e per altre mille ragioni tanti avrebbero voluto vedere l'Inter scivolare su una buccia di banana. Ci sembra di vederli. Appollaiati su qualche albero, pronti a festeggiare la caduta di Antonio Conte. Che non c'è stata. O sempre lì in attesa di brindare alla separazione tra l’Inter e il suo allenatore. Che non ci sarà. Sono gli Asio Otus, uccelli rapaci della famiglia degli Strigidi. Solitamente se ne restano confinati nelle foreste o nei boschi, ma di questo periodo potreste scorgerli anche in città, magari di fronte alla televisione. Adesso diranno che il Verona era rimaneggiato. Vero, ai gialloblù mancavano calciatori importanti, ma con gli stessi nove/undicesimi Veloso e compagni si erano imposti a Roma contro la Lazio.  

La verità è un'altra ed è piuttosto semplice da individuare. Per qualcuno vedere Antonio Conte in nerazzurro rappresenta un dolore mai attenuato, una ferita ancora aperta. Sì, perché Conte sarà anche terribilmente pragmatico, magari ancora lontano dall’Interismo e dalla sua filosofia, ma più passa il tempo e più ci si avvicina. Ed è proprio questo l’aspetto che fa male a chi non ha a cuore le sorti dell’Inter. Partita dopo partita, Antonio Conte diventa sempre più nerazzurro. Lo si comprende dalle dichiarazioni, talvolta accese ma sempre cariche di trasporto. Sono differenti, per intenderci, da quelle che l'allenatore rilasciava più di un anno fa dopo il novantesimo. 

 

Conte sta cambiando anche il suo modo di vivere l’Interismo. Sta diventando interista. Un aspetto che piace ai tifosi e che gratifica Zhang, che in Conte ha sempre creduto proteggendolo anche quando le cose non andavano benissimo. La vittoria di Verona è figlia di un Contismo camaleontico. Il classico 3-5-2 è diventato più flessibile. Non si espugnano CagliariVerona per grazia divina. Dopo dieci anni si può tornare a vincere, ma servirà un ulteriore sforzo della società sul mercato. L'Inter e Conte non sono più due entità diverse. E questo fa male, soprattutto a chi non riesce a vedere le cose a 360 gradi. Non è semplice per chi non può muovere gli occhi e deve accontentarsi di ruotare il capo di 270 gradi. Non è semplice per i gufi. È bene che se ne facciano una ragione. Conte ha scelto l'Inter e andrà avanti per la sua strada.