Il gol alla Lazio nel 3-2 che ha condotto l’Inter in Champions League dopo anni di oblìo. Basterebbe questa partita per immortalare definitivamente nelle menti dei tifosi nerazzurri Matias Vecino. Ma per gli scettici aggiungiamoci anche il 2-1 contro il Tottenham all’ultimo istante, e la firma in due derby – 2018/19 Milan-Inter 2-3 e 2019/20 Inter -Milan 4-2 – contro i malcapitati cugini.
Dici Vecino e la mente vola inevitabilmente alla Garra Charrúa e all’Uruguay del Maracanazo. La Celeste sconfisse, contro ogni pronostico, il Brasile di Ademir, Jair, Friaça e Chico. Lo fece con Schiaffino e Ghiggia ma soprattutto senza indietreggiare, lottando con le unghie e con i denti. Proprio come Matias Vecino, uno che non ha mai mollato e che ha saputo vincere anche la diffidenza. Tanti preferiscono il nome a tutti i costi, dimenticando l’importanza che Vecino ha sempre avuto quando è sceso in campo con la maglia nerazzurra. Partite mai banali, magari poco appariscenti, ma mai prive di sostanza. A questo aggiungiamoci gol pesanti ed il gioco è fatto.
Non è difficile mettersi nei panni di Antonio Conte e comprendere i motivi per cui difficilmente si priverà di Vecino. In un'epoca in cui sarà molto difficile fare mercato – per tutte le squadre, non solo per l'Inter – rinunciare all'usato sicuro e garantito è pura e semplice eresia. Vecino è uno di quegli elementi che a Conte torneranno estremamente utili nella seconda parte di stagione. Ancor più dopo che avranno salutato sia Eriksen che Nainggolan. Lo sapeva anche Jules Verne che alcune strade portano più ad un destino che ad una destinazione. Quello di Vecino è sempre stato nerazzurro.