Romelu Lukaku, l’Inter ha il suo nuovo Fenomeno? I numeri (GdS)
L’Inter si tiene stretto Romelu Lukaku che ha avuto un impatto di livello con il campionato di Serie A vivendo un 2020 stellare.
Un 2020 da incorniciare per Romelu Lukaku sbarcato in Italia nell'estate del 2019 e diventato nel giro di pochissimi mesi l'idolo di tutta la tifoseria nerazzurra e non solo. Un gigante buono da ben 34 reti in Serie A che ha colpito nel cuore il suo mister Antonio Conte che tanto lo ha voluto all'inzio della sua avventura sulla panchina dell'Inter: “L’atterraggio del belga sul nostro campionato è stato pesante come pochi avrebbero immaginato: Romelu ha segnato 34 reti in Serie A ma, soprattutto, si è completamente impossessato dell’Inter. È diventato l’uomo a cui Conte e tutto il variegato mondo nerazzurro affidano i sogni di gloria“.
Non finisce qui, perché da quando esistono i tre punti – come illustra stamani la Gazzetta dello Sport tra le sue pagine – pochi, pochissimi hanno fatto meglio in un lasso di tempo così corto: “Certo, c’è Cristiano che a 140 km da Milano ha riscritto ogni statistica con 40 centri nelle prime 50 partite italiane, ma il belga ha dimostrato di tenere botta perfino a lui“. Ed è qui che il belga può essere paragonato al Ronaldo nerazzurro, ovvero il Fenomeno oppure al Principe Diego Alberto Milito che tante gioie ha regalato al popolo neroazzurro: “Il belga appartiene alla stessa razza di centravanti eletti che hanno vestito il nerazzurro: il Ronaldo interista aveva segnato 38 reti in un periodo uguale; Diego Milito, principesco eroe del Triplete, una in meno del Fenomeno. Difficile che nella sola gara che gli manca per girare a quota 50 presenze Lukaku possa raggiungerli, ma è il tratto dinastico a contare di più: il belga ha raccolto un’eredità pesante e la sta traghettando in una nuova epoca“.
Numeri straordinari per Romelu che in Serie A, oltre ai nomi sopracitati, ha solamente altri due rivali che hanno fatto meglio di lui nel primo anno: Sheva (37) e Montella (36). La peculiarità del centravanti belga è che si è dimostrato un'attaccante a 360° segnando poco meno di un gol a partita di destro, di sinistro, di testa o dal dischetto: “In totale è a 10 rigori segnati su 10 tirati nell’Inter (nove spiazzando il portiere) e per trovare un rigorista migliore bisogna tornare a Boninsegna, che segnò tutti i primi 20 in nerazzurro“. Un cecchino infallibile dagli undici metri ed un uomo spogliatoio invidiabile: l'Inter ha trovato il suo uomo.