Breve intervista quest'oggi tra le pagine della Gazzetta dello Sport per Emanuele Giaccherini nella settimana che porterà al big match di domenica sera tra Inter e Juve. Lui conosce bene entrambi gli allenatori in quanto è stato allenato da Conte nella sua parentesi bianconera e sempre lì ha giocato con Pirlo. La riflessione parte dalla figura di mister Conte definito da Giak un “martello”: “In settimana non lascia niente al caso, poi in partita dirige tutto, dal pressing alle giocate. Adesso senza pubblico lo sentite anche voi. È un comandante, un motivatore, un combattente, ti tira fuori tutto“. Ed aggiunge: “A livello tattico è maniacale, noi facevamo sempre 40-50 minuti di esercitazioni per seduta. Provavamo le uscite, le giocate, tutto“. L'ex giocatore bianconero ha un legame molto forte con il tecnico nerazzurro al quale deve molto: “Il mister mi ha dato tanta fiducia, mi ha fatto crescere dal punto di vista dell’autostima. Arrivavo dal Cesena, avevo tutto da dimostrare: con l’etica del lavoro che trasmette mi ha fatto fare un grande step. Mi ha cambiato come giocatore e anche come uomo, a livello mentale“.
Sulla “rigidità” del tecnico l'esterno si esprime così: “Il suo modo di giocare mette in difficoltà ogni avversario, quando dice che le avversarie si snaturano contro l’Inter è vero. Poi certo, nelle gare che si complicano può servire trovare una soluzione alternativa. Ma lui sa cosa deve fare“. Approccio diverso per Pirlo che però ora parla e “urla” molto più che in campo: “Adesso mi pare che urli molto di più di quanto giocava.In campo dipendeva tutto da lui e non ne aveva bisogno. Ora gli serve. Ma lo vedo bene nel nuovo ruolo, anche se è partito subito al top“.
Una scelta quella della Juventus che molti hanno considerato azzardata vista la poca esperienza da allenatore dell'ex centrocampista, non è della stessa idea Giaccherini il quale lo ritiene pronta per certi palcoscenici: “Il suo carisma e la sua personalità lo aiutano. E i grandi giocatori della Juventus forse lo rispettano di più di altri tecnici, per il suo passato. Normale che ci sia qualche difficoltà iniziale, perché c’è un cambio generazionale nella squadra, ma mi pare che ultimamente le cose vadano come vuole lui”. Un tecnico già ai tempi quando guidava la mediana bianconera: “Mi diceva sempre e solo di andare, inserirmi, correre, che la palla mi sarebbe arrivata. Andrea era un personaggio nello spogliatoio: sembra sempre un po’ col muso, ma faceva ridere tutti“.
Chiusura con un pronostico sul match di domenica sera: “L’Inter è forte, meritava anche a Roma, non credo sia in difficoltà. La Juve dovrà gestire gli infortunati. Vedo favorito Conte, per il match e per lo scudetto. Credo sia l’anno dei nerazzurri: sono più maturi e senza coppe, quando si deciderà tutto a marzo-aprile».