Inter Juve, né Barella né Hakimi, a San Siro è nato qualcosa di più importante
Il 2 a 0 rifilato alla Juventus non è solo motivo di enorme soddisfazione per tutto il mondo nerazzurro per come è maturato, per il dominio espresso nei 90 minuti più recupero, addirittura per il rammarico di un risultato bugiardo nella sua esiguità.
Soddisfazione per la prima vittoria (Napoli a parte) contro una diretta concorrente vera dopo un lungo digiuno ma soprattutto soddisfazione per la personalità dimostrata dalla squadra attraverso l’autorevolezza della manovra, la sicurezza difensiva contro due non propriamente scappati di casa come CR7 e Morata, la consapevolezza della propria forza esibita con la continuità necessaria e non per intervalli più o meno brevi come in quasi tutte le altre occasioni di questa stagione.
La data di ieri deve essere considerata come un nuovo Natale da Conte e dai suoi ragazzi, la nascita di una dimensione nuova, fatta di quella maturità e autostima sempre sognate e mai raggiunte fino ad oggi. Se fossero state scovate prima la primavera di Champions avrebbe visto anche l’Inter in vetrina, così non è andata, spiace ma facciamoci bastare quello che passa il convento ora. Dunque adesso la consapevolezza condivisa che questa squadra, anche così com’è, ha le risorse per vincere un campionato reso triste e mediocre dalla pandemia.
Soddisfazione anche per la vittoria più importante arrivata nella settimana più difficile, riscaldata da notizie sul futuro della società che portano ex se qualche scompiglio e come se non bastasse notizie su stipendi rinviati che avrebbero potuto far temere un coinvolgimento emotivo dei giocatori.
Così non è stato e di questo va dato atto alla dirigenza e a Conte, abili a condividere con la squadra le difficoltà della proprietà nella giusta maniera ed a stendere una cappa a protezione della tranquillità dei giocatori.
Ora serve continuità, stavolta la rondine deve fare primavera, aborti della creatura neonata davanti al vuoto di San Siro di ieri non sono ammessi. Come non sono ammessi cali di adrenalina, affrontare la Juventus porta stimoli non facilmente replicabili ma Udinese, Benevento e Fiorentina, prima di Lazio e Milan dovranno necessariamente dare un senso compiuto alla vittoria sui bianconeri affinchè non resti il solito fiore nel deserto, bellissimo ma profumato solo di rimpianti.