Presente quest'oggi in veste di presidente dell'Adise, l'a.d. nerazzurro Beppe Marotta è stato intervistato dai microfoni di Sky Sport in merito alla situazione del mercato nerazzurro e non solo: “Sono qui in veste di presidente dell'Adise per questo evento, realizzato in presenza e in assoluta sicurezza grazie anche a Master Group. Questo è un mercato povero, di riparazione, che però non ripara nulla“.
Si parte dalle difficoltà economiche che grandi club, come l'Inter, hanno patito durante quest'anno di pandemia. Calo dei ricavi e difficoltà ad investire per inforzare la rosa: “La pandemia ha giocato un ruolo importante nell'economia e nello sport, specie in Italia. Non c'è denaro circolante, i ricavi sono diminuiti e questo incide sul potere di investimento nel calciomercato da parte dei club. Una situazione che porterà segni negativi nei prossimi mesi e forse anni, come denunciato dai dirigenti. Assistiamo a un costo del lavoro sproporzionato rispetto ai fatturati, in altri settori saremmo vicini al default. Non vedremo grandi investimenti, si userà molto il baratto“. Un cambio di rotta nelle trattative e nell'impiego del denaro che si riflette anche nella politica dei rinnovi: “In casa nerazzurra stiamo agendo in regime conservativo, cercando di valorizzare al massimo il nostro patrimonio che ci sta dando grandi risultati. In quest'ottica vanno rivisti tutti i contratti in essere, che diventa anche una forma di rispetto nei confronti di tutti quei giovani che col tempo e i risultati hanno dimostrato di essere all'altezza del ruolo che ricoprono“.
Piccola parentesi sul nuovo ruolo dato da mister Conte ad Eriksen, come playmaker/regista basso davanti alla difesa: “L'Inter è tra i club più importanti al mondo, non esistono titolari fissi ma titolari e co-titolari. Non bisogna giudicare i giocatori per i minuti, ma per quello che riescono a dare. Devono essere sempre pronti a rispondere alle indicazioni dell'allenatori. Oggi contiamo su un gruppo di professionisti ed Eriksen è fra questi“.
Chiusura con riflessione sul mercato nerazzurro e su una situazione economica che, d'ora in avanti, stando alle parole dell'a.d. sarà radicalmente diversa dal passato: “Dzeko? Abbiamo stabilito che non avremmo messo un euro del mercato, ribadisco l'audacia dei procuratori. C'è stato un incontro cordiale, ma non ci sono state cose concrete per sviluppare l'operazione“. Chiusura con un parere sulle cifre del contratto di Messi con il Barcellona emerse nelle scorse ore: “Questo è un calcio ormai finito, che non potremmo mai più vedere. Non ci saranno più grandi contratti e dobbiamo adeguarci a una situazione di grande emergenza. Se sapevo il suo guadagno? Abbiamo indicazioni, ma un contatto non era mai immaginabile“.