Paolo Bonolis a RN: “Eriksen in fase di non possesso palla è uno in meno”
Paolo Bonolis sembra sostenere le scelte di Conte. Pur apprezzando le qualità del danese il noto conduttore non sembra essere convinto della fase difensiva
Radio Nerazzurra ha raggiunto telefonicamente Paolo Bonolis, ponendogli una serie di domande relative ad Inter-Juventus, semifinale di andata di Coppa Italia.
Paolo dopo tutto quello che è successo anche la vittoria all'ultimo minuto contro il Milan con il gol di Christian Eriksen, secondo te quali sono le possibilità che l'Inter passi il turno contro la Juventus?
“Direi 50% e 50%. Dipende da come si svilupperanno le partite, è ovvio. Nel calcio sono talmente tante le variabili: dalla condizione fisica dei giocatori, dall'impegno messo in campo, da dall'arbitro e dalle circostanze fortuite. Sono tante cose per cui considerato il valore di entrambe le squadre direi 50-50. All'andata credo non avremo Lukaku ed Hakimi. Sono comunque due squadre che sono approdate alle semifinali con merito e sicuramente il percorso della Juve è stato un po semplificato dalle circostanze delle qualificazioni delle altre partite, il nostro più complesso. Ma la Juve ha anche altri impegni oltre alla Coppa Italia e al campionato, ha anche la Champions. Quindi è tutto da vedere, ma sarà una bella sfida”
Invece per quanto riguarda Christian Eriksen, decisivo contro il Milan, meriterebbe una chance dall'inizio contro la Juventus.
“Beh, difficile perché queste son cose che valuta l'allenatore. Eriksen è un giocatore che ha indubbiamente delle grosse qualità tecniche e di visione di gioco. Al contempo ha un'indole in campo che è diverso da quello che chiede Conte. Diciamo che il trequartista di Conte è uno più tipo Papu Gomez, più tipo Mkhitaryan. Lui non ha questa propensione al recupero del pallone e all'impatto fisico nel contrasto. È più un eccelso danzatore. Perché sai quando si è in possesso palla è un conto, ma quando il possesso palla è dell'avversario è un giocatore, generalmente, in meno. Io lo vedo sempre seguire l'avversario con la palla ma difficilmente mette il piede, difficilmente entra ma non è proprio nella sua indole. Credo che questo lo abbia penalizzato agli occhi di Conte perché poi indiscutibilmente il giocatore il gioco lo vede e ha piedi eccellenti. Su questo è indubbio. Però questo aspetto del suo comportamento in campo per Conte è una asticella che o deve superare il giocatore o superare psicologicamente l'allenatore”.
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