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Scontro Lukaku-Ibrahimovic, lo svedese ribadisce: “Il razzismo non c’entra”

Nel corso del colloquio tra il Procuratore e Ibrahimovic, lo svedese ha portato le prove di non aver usato espressioni razziste nei confronti di Lukaku

Continuano le indagini della Procura Federale sullo scontro tra Lukaku e Ibrahimovic nel derby di Coppa Italia. Lo svedese è stato accusato di aver usato frasi razziste e nella giornata di ieri è stato ascoltato dal Procuratore della FIGC Giuseppe Chinè.

Secondo quanto raccolto dalla redazione di Sport Mediaset, il centravanti rossonero, accompagnato dal suo avvocato, avrebbe ribadito al Procuratore di non c’era nessun elemento razzista nel suo duro scontro verbale con Lukaku. Gli avvocati di Ibrahimovic avrebbero presentato anche delle prove per giustificare la famosa frase sul rito vodoo, mostrando al procuratore alcuni ritagli di giornali inglesi datati 2017 che raccontano l’episodio rivelato dal proprietario dell'Everton.

I legali di Ibrahimovic hanno anche dato una spiegazione all’altra espressione incriminata: “little donkey”(piccolo asino),  che nell'accezione inglese riferita al calcio indicherebbe semplicemente un giocatore poco dotato tecnicamente. Entro i prossimi giorni verrà ascoltato anche Romelu Lukaku, che riporterà la sua versione dei fatti.