Primi in classifica da soli nel girone di ritorno dai tempi del Triplete, solo questo dato basta per spiegare la gioia. Era ora, godiamoci questo momento perché la vetta della classifica non è mai una cosa scontata, tanto più per un gruppo che da settimane vive nel mare in tempesta delle incertezze societarie.
Contro la Lazio l’Inter ha giocato la più bella partita da molti mesi a questa parte, forse addirittura da quando Conte siede sulla panca nerazzurra, considerando la levatura tecnica dell’avversario. Ovviamente non è un caso, è la summa di una serie di circostanze, mattoni su cui costruire i due pilastri necessari per competere ai vertici nazionali ed europei, la continuità e la personalità.
Lukaku e Lautaro tornano ad essere devastanti come li conoscevamo e come non lo erano stati nell’ultimo mese, Perisic a 30 anni suonati capisce che nella vita c’è altro oltre andare sulla riga di fondo e lì impantanarsi, Skriniar ricorda a tutti che razza di difensore sia, soprattutto a quelli che 6 mesi fa lo avevano messo sul mercato. E poi ci sono Brozovic ed Eriksen, due che secondo molti non potevano giocare insieme, quasi che il talento fosse un handicap. Ieri sera, impiegati nei loro ruoli naturali, non solo hanno dimostrato il contrario, hanno evidenziato che l’uno esalta le caratteristiche dell’altro con un effetto moltiplicatore che gli permette di giostrare al meglio nelle rispettive zone d’influenza.
Sarà un caso ma a battere la Lazio è’ stata un’Inter molto mourinhana, bassa quanto si deve, senza più la fregola di dominare lasciando praterie alle spalle dei tre difensori, in attesa di lanciare le ripartenze letali di Lukaku e Lautaro, con Perisic nelle vesti di novello Eto’o ( può sembrare una bestemmia ma non lo è). Il croato sembra aver definitivamente messo da parte l’anarchia che ne ha sempre caratterizzato le prestazioni, ha capito che la sua fisicità ed i suoi polmoni possono essere estremamente utili al disegno della squadra anche nella metà campo bassa. Ieri sera ha coperto Eriksen, ha imbrigliato Lazzari, ha permesso a Bastoni di sganciarsi. Bravo lui ed un riconoscimento d’obbligo a Conte, capace finalmente di sfruttare al 120% la rosa.
Sembra un paradosso, ma da quando è stato chiaro che il mercato invernale non avrebbe permesso ulteriori rinforzi il mister ha trovato le soluzioni alternative che già aveva nel suo gruppo. Il piano B tanto invocato mesi fa era già lì, a sua disposizione, bastava solo guardare persone e fatti con un occhio ed uno spirito diverso da quelli usati in maniera maniacale fino a quel momento. Al di là di tutte le polemiche, l’importante è aver trovato la quadra in tempo, da adesso in poi la strada è tracciata, gli altri inizieranno a lasciare per strada energie preziose nelle Coppe mentre la truppa di Conte potrà preparare ogni appuntamento di campionato nella maniera migliore.
Chiosa finale: nella settimana di San Valentino molti si erano innamorati di un fotogramma, quello del dito medio di Conte, poi sono arrivate le scuse del diretto interessato. Anche nel calcio l’amore è una cosa seria, rose e cioccolatini sono solo per l’Inter.