Lukaku-Ibra, un faccia a faccia per la vetta e per Milano (GdS)

Un derby dalle mille emozioni e dai mille duelli quello che andrà in scena domani alle ore 15 al Giuseppe Meazza di Milano. Un match per la vetta della classifica – attualmente occupata dai nerazzurri con i rossoneri che inseguono a meno uno -, ma non solo. Una partita che ci dirà quale delle due squadre, in questo momento, sta meglio e quale avrà la meglio sull'altra grazie ai vari campioni presenti nelle due rose. Proprio su questo aspetto si focalizza la Gazzetta dello Sport che quest'oggi fa un confronto tra i due bomber delle due compagini ovvero Romelu Lukaku e Zlatan Ibrahimovic.

Dopo gli screzi del turno di Coppa Italia, i due sono pronti nuovamente a sfidarsi – seppur a distanza – per un derby che non permetterà di rilassarsi: “Domani non c’è il rischio rilassamento: un po’ per la classifica e un po’ perché Lukaku torna sul ring contro il rivale dei rivali. Incrocia di nuovo Ibra, sua nemesi svedese, e tutto il mondo osserverà. Dopo aver somatizzato un po’ le polemiche per lo spettacolo indecoroso offerto in Coppa, Lukaku ha però avuto la lucidità di andare oltre. Non è interessato a una pace teatrale in mondovisione, anche l’eventuale stretta di mano a inizio partita passa in secondo piano, semmai vuole solo far parlare il campo“.

Il belga ha affrontato il Diavolo quattro volte tra campionato e Coppa Italia e quattro volte è andato a segno, una per ogni partita. Cento per cento di efficienza: “Non c’è altra squadra contro cui il belga abbia giocato così tanto con questa media“. Lo svedese ha nei nerazzurri la sua vittima preferita con ben 8 reti all'attivo nelle sette partite giocate contro l'Inter nelle sue esperienze in rossonero: “Dopo il 4-2 in rimonta contro i cugini l’anno scorso a febbraio Romelu twittava trionfante “C’è un nuovo re in città”. Ibra non la prese bene e replicò dopo la doppietta di ottobre “C’è un solo Dio…”“. Un duello ambizioso e scoppiettante che, oltre al lessico, è pronto a regalarci un match carico di aspettative ed ambizioni per capire chi è il “capo” di Milano.