In quella che è riconosciuta come la città della moda, la Madonna Assunta posta in cima al Duomo sta per decretare definitivamente se il nero calzi meglio con il rosso o con l’azzurro. Il countdown per il 228esimo derby di Milano è terminato, e i protagonisti si stanno preparando per quello che si presenta come la stracittadina più attesa dell’ultimo decennio.
Sono passati dieci anni dall’ultima volta in cui un Milan-Inter valeva uno scudetto; si è poi giocato per un posto in Champions, per uno in Europa League, o più semplicemente per una gloria che dominasse sui meri tre punti di classifica. Non c’è niente di normale, invece nel derby di oggi. Non era più normale che Milan ed Inter concorressero per il primato, non lo era più considerare i nerazzurri “favoriti” per il titolo, ed è completamente anormale il lavoro svolto e compiuto da Stefano Pioli.
C’erano una volta gli Shevchenko, i Ronaldo (che ha giocato e segnato con entrambe le maglie), i Ronaldinho ed i Milito, finanche gli Icardi. Oggi i totem sono Ibrahimovic e Lukaku, l’undici ed il nove, catalizzatori e centri del mondo delle due squadre. Su di loro i riflettori, per due che ad onor del vero non hanno mai sofferto le luci del palcoscenico, addomesticate quasi sempre, anzi, come semplici torce. Testa a testa ancora una volta, come ricorda il Murales vicino a San Siro, ma stavolta da signori della corte e non come mandingo da salotto.
L’Inter giocherà con il lutto al braccio in ricordo di Mauro Bellugi, scomparso proprio alla vigilia del grande giorno. Si giocherà anche per lui. Un abbraccio alla famiglia, a tal riguardo, da tutta la nostra redazione.
Per Milano, per la vetta, per lo scudetto. Godetevi lo spettacolo, signore e signori, il derby più bello del mondo è tornato.