5 derby di Milano, 5 gol. Mica male per Romelu Lukaku, un attaccante che è stato definito, erroneamente, poco incisivo con le grandi. Le stracittadine degli anni scorsi probabilmente non avevano un significato particolare a livello di classifica, ma un derby è sempre un derby.
Quest'anno, in Coppa Italia prima e in campionato poi, le partite pesavano, eccome se pesavano. E Romelu la sua firma l'ha sempre messa. Anche dopo cinque minuti, con un assist perfetto per Lautaro Martinez; su quel pallone c'era scritto “spingere”.
Decisivo sempre e comunque, lo stesso Romagnoli, che non lo ha mai tenuto, da due anni a questa parte, ha detto ai compagni: “E' velocissimo”. Un dualismo, quello con il capitano rossonero, molto simile a “Milito-Abate”. Il terzino del Milan lo ha sempre sofferto, un tallone d'Achille, proprio come quello di Romagnoli.
Spulciando i numeri di Big Rom non si può che restare impressionati: ha raggiunto i 300 gol segnati in carriera a 27 anni, 4 anni prima del rivale Ibrahimovic e uno di Lewandowski. Meglio di lui ha fatto Lionel Messi a 25, giocando però da esterno offensivo e non da prima punta.
Durante la sua prima stagione con l'Inter ha raggiunto un mostro sacro come il “Fenomeno”, 34 gol stagionali grazie al gol segnato in finale di EL. Stesse reti, ma epilogo diverso. Allora Ronaldo alzò il trofeo, Lukaku no, e oltre il danno anche la beffa: la sconfitta derivò proprio da un suo autogol. Ma il belga ha rialzato subito la testa, come solo i campioni sanno fare, e qualche mese dopo è diventato lo straniero, alla prima esperienza in Italia, più veloce a siglare 50 gol con la maglia dell'Inter, superando il record appartenete a Ronaldo, che impiegò addirittura 7 match in più.
Insomma, è partito Lukaku, chi potrà fermarlo?