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Inter, la qualità  è servita: Conte ha la sua orchestra (GdS)

Mister Conte ha trovato finalmente la sua orchestra: azioni manovrate, trame e tanta qualità  in mediana grazie anche al ritrovato Eriksen.

Molta gioia quest'oggi tra le pagine della Gazzetta dello Sport dove viene analizzata la prestazione dell'Inter all'indomani del Derby vinto con “strapotere” per 0-3 contro i cugini rossoneri. Un'Inter forte dietro e davanti, così apre il quotidiano: “Forte davanti, forte dietro, l’Inter si è completata con l’iniezione di qualità in mezzo, portata dall’ingresso di Eriksen, dalla crescita di Hakimi, dall’interpretazione del ruolo di Perisic e dalla maggior lucidità di Brozovic, non più costruttore unico. La qualità porta sicurezza e personalità. Per questo l’Inter ha preso subito per il collo il derby“. 

I nerazzurri hanno giovato dell'apporto di Eriksenpiace per la pulizia del tocco e l'essenzialità delle giocate” e della coppia d'oro in attacco formata da Lautaro Martinez e Lukaku a quota trenta gol in due in questa Serie A. E come scrive Garlando è stata una vittoria di gruppo quella di ieri frutto di un gioco corale e di un'unità d'intenti mai vista prima: “L’ha vinto l’Inter tutta insieme. Il secondo gol spiega bene il concetto. L’azione sgorga dai guanti di Handanovic come il Po dal Monviso (chi odia la costruzione bassa si rassegni), sale di tocco in tocco, Hakimi strappa potente, Eriksen serve in verticale Perisic che manda in gol il Toro“.

Un'analisi dettagliata, che poi si concentra sull'apporto delle ali non considerate più semplici terzini, ma veri e propri talenti offensivi in quanto dalla loro spinta e propositività nascono le azioni più pericolose della stagione nerazzurra: “Non più terzini in fascia che crossano dalla trequarti, ma talenti offensivi (Hakimi, Perisic); non più solo interni incursori, ma anche uno di costruzione (Eriksen). E così Lukaku continua a fare male negli spazi aperti, ma ora c’è un’alternativa: l’azione manovrata di grande qualità che riesce a rifornire con più facilità le punte. La chiameremo «svolta Lazio». Conte poteva arrivarci prima? Forse sì. Ma nessuno conosce i tempi del raccolto meglio del padrone dell’orto”.