Young e Perisic, una fascia per due. Si potrebbe riassumere così il dualismo presente sulla corsia mancina. Modi differenti di interpretare il ruolo di esterno di centrocampo. Agli antipodi anche per le diverse tappe affrontate in carriera. Young nasce come attaccante prima di essere arretrato nelle nuove vesti, più difensive, degli anni migliori tra Aston Villa e Manchester United. Abile a destreggiarsi in entrambe le fasi, corsa e polmoni al servizio dei compagni.
Perisic ha sempre prediletto un gioco più offensivo. I numeri parlano chiaro – 5 assist contro i 2 di Young – con una percentuale di partecipazione fase d’attacco pari al 12%. Young si ferma solo al 3%. Conte pretende sacrificio da entrambi. Con Perisic al top l’Inter sembra guadagnarci per numero complessivo di conclusioni a rete. Con Young in campo, la mediana dell’Inter tende prevalentemente ad appoggiarsi sugli inserimenti di Barella e sulle sgroppate di Hakimi prediligendo la fascia destra.
Il numero 14 garantisce invece maggiore imprevedibilità e la rete da antologia con cui l’Inter ha raddoppiato nel derby è da riguardare più volte. L’esterno croato ha dialogato con Eriksen, prima di liberare alla conclusione vincente Lautaro. Una crescita resa evidente anche dal numero di palloni giocati. In media, 54 a partita. Bisognerà migliorare naturalmente la fase difensiva – su questo Young era avvantaggiato, nonostante qualche sbavatura -, ma i presupposti per crescere positivamente ci sono tutti.
Dalla gara contro il Benevento la fascia sinistra appartiene a Perisic, ma Young è tutt’altro che accantonato. Una fascia per due, e l’abbondanza aiuta a dormire sonni più tranquilli. Chiedere a Conte.