Saranno fumosi – Inter, Kily Gonzalez, un pipistrello volato via in fretta
Una rubrica ideata da Sabatino Durante e Raffaele Garinella che si occupa degli ex calciatori nerazzurri che hanno deluso le aspettative. Più fumo che arrosto. Saranno fumosi.
Valencia, e il pipistrello sulle maglie- Le fortune calcistiche di Kily Gonzalez sono legate alla camiseta del Valencia. C'è una correlazione col pipistrello presente sullo stemma della squadra. Si narra che l’ultimo sultano sognò che il suo regno sarebbe stato legato alla vita del suo pipistrello preferito. Finché il pipistrello reale avesse potuto volare libero, il suo regno sarebbe continuato. Kily Gonzalez come i pipistrelli possedeva agilità e velocità, caratteristiche che lo hanno reso ala tra le più forti del panorama calcistico mondiale. In Spagna Kily diverte e – soprattutto – si diverte, ridicolizzando i difensori avversari, lasciati indietro come le antagoniste della Ford alla corsa di Le Mans del 1966.
Cuper chiama, Kily risponde – A differenza di quanto capitato al sultano, non sapremo mai cosa realmente sognò Rafa Benitez la notte prima della conclusione della trattativa tra Inter e Valencia per il passaggio del suo pupillo in nerazzurro. Probabilmente un pipistrello attratto dal biscione, o meglio, dai miliardi di Moratti. Siamo nel 2003, e l’acquisto di Kily Gonzalez è fortemente caldeggiato da Hector Cuper. L’Hombre Vertical – suo antico maestro proprio a Valencia – decide di far decollare la sua Inter con ali nuove di zecca. Dall’Ajax arriva Andy Van Der Meyde, mentre dal Lione giunge il terzino sinistro Jeremie Brechet. Durante la conferenza stampa di presentazione Kily promette di servire – attraverso pregevoli assist – caviale a Bobo Vieri. Ma si tratta di promesse da marinaio e dopo un cammino iniziale poco brillante Cuper viene sollevato dall’incarico. Al suo posto arriva Alberto Zaccheroni che non ripudia il mercato cuperiano. Kily conclude la stagione con 21 presenze e nessuna rete.
Col Mancio poche apparizioni, ma una bacheca più ricca – Al termine della stagione 2003/04 anche Zac saluta e il suo posto viene preso da Roberto Mancini. E' un'Inter – quella del 2004/05 – affetta da pareggite acuta in cui Kily fatica a ritagliarsi lo spazio necessario. Parzialmente meglio durante il campionato successivo che sarà segnato dalle vicende tribolate di Calciopoli. La giustizia sportiva assegnerà lo scudetto ai nerazzurri. Per Kily Gonzalez sarà l'unico tricolore che affiancherà in bacheca due Coppe Italia e una Supercoppa Italiana. Nonostante il costante impegno Kily non riuscirà a ripetere in nerazzurro le straordinarie giocate di Valencia. Colpa di un pipistrello volato via troppo in fretta da Milano. E di un calcio – quello italiano – che non aspetta nessuno. A fine stagione Kily prende armi e bagagli e se ne torna in Argentina al Rosario Central dove concluderà la carriera.
Ritorna a casa Kily Gonzalez – Non si tratta di fare il verso ad un celebre brano musicale di qualche anno fa, ma di tirare le somme del destino. Dopo tanto girare anche Kily ha ricominciato da casa, nelle vesti di allenatore del suo Rosario Central. Il modulo di riferimento è il 4-3-3 con fase di possesso che si sviluppa sugli esterni. Non potrebbe essere diversamente per uno che in nerazzurro è stato fumoso, ma che altrove ha conquistato fama e notorietà. Merito delle continue sgroppate lungo le corsie esterne.