I barbieri di Saba – l’Inter regola anche il Genoa. Lukaku è un’arma letale
Rubrica ideata e curata da Sabatino Durante e Raffaele Garinella
Inter-Genoa 3-0
Sfida tra le formazioni più in forma del momento. Conte conferma la formazione tipo con Eriksen preferito ancora una volta a Vidal. Ballardini si affida al tandem Scamacca-Pjaca. Inter capolista, prove da scudetto. Il 3-0 sul Genoa serve per allungare in classifica sulla Juventus fermata a Verona. Vittoria strameritata, ma non è stato facile scardinare – anche psicologicamente – il palleggio al cloroformio del Genoa. Contro squadre più attrezzate servirà più concretezza e, soprattutto, pressing più continuo ed asfissiante. Nel complesso, ottima prova dei nerazzurri.
Primo tempo – Neanche il tempo di accomodarsi in poltrona che Lukaku fa esultare il popolo nerazzurro. Lautaro riceve sulla trequarti e serve in profondità il gigante belga. La progressione del centravanti nerazzurro si conclude con un destro dal limite dell’area che finisce nell’angolino basso della porta di Perin. In campo solo l'Inter più volte vicina al raddoppio. Darmian sfiora una rete alla Hakimi. Lo scavetto finisce di poco alto con Perin praticamente battuto. Ci prova anche Barella ma la traversa gli nega la gioia del gol. L’Inter è disposta molto bene in campo ed occupa con maestria gli spazi. Si assiste così al Lukaku-show, imprendibile quando vola via. Lautaro, dal canto suo, assiste il compagno e si lascia andare ad una rovesciata d’autore che Perin blocca a terra. Il Genoa si affida a lanci lunghi e a conclusioni – rare per la verità – dalla distanza che non impensieriscono Handanovic. I Grifoni si limitano a limitare i danni. All'Inter mancano vis pugnando e cinismo per chiudere la partita. Dopo un minuto di recupero si chiude il primo tempo con l’Inter meritatamente in vantaggio pur con un magro bottino per quanto costruito. Conte torna negli spogliatoi con l'intento di evitare che i suoi ragazzi abbassino la guardia durante una ripresa insidiosa nelle intenzioni di Ballardini.
Secondo tempo – Il Genoa presenta Onguenè e Behrami per Radovanovic e Strootman. L'inizio è caratterizzato da ritmi bassi, al cloroformio. L'Inter non accelera, il Genoa è più ordinato ma altrettanto statico. Ballardini ci prova inserendo l'ex Pandev per Scamacca e Shomurodov per Ghiglione passando ad una linea difensiva a quattro. Nel momento di maggiore concentrazione dei rossoblù l'Inter trova il meritato raddoppio grazie alla solita generosità di Lukaku. Come Sansone contro i Filistei, il possente attaccante nerazzurro accentra su di sé i centrali del Genoa liberando in area Darmian. L'ex Parma liberissimo sul centrodestra lascia partire una staffilata che Perin può solo raccogliere in fondo al sacco. Conte sostituisce Lautaro Martinez e Brozovic con Alexis Sanchez e Gagliardini. Il terzo gol – la ciliegina sulla torta – è di Alexis Sanchez. La premiata ditta Perisic-Lukaku confeziona l'azione che porta al 3-0 con una giocata straordinaria. L'esterno croato mette al centro per Lukaku che colpisce al volo a botta sicura trovando Perin reattivo e prodigioso nell'intervento. Onguenè – pessima la sua partita – spizza di testa servendo involontariamente El Nino Maravilla che di testa chiude la partita. Ultimi minuti per D'Ambrosio, Vidal e Young che fanno rifiatare Darmian, Barella e Perisic. La partita termina con i miracoli in serie di Perin che evitano un passivo ben più pesante.
Il simpatico buffetto – Palma del migliore a Sua Umiltà Lukaku. Ha il compito di scardinare immediatamente la retroguardia rossoblù incanalando la partita sui binari giusti. Suo l'assist per il raddoppio di Darmian, suo il piedone da cui scaturisce il 3-0 di Sanchez. Eriksen è dappertutto. Avrà sbagliato – forse – un paio di tocchi. Per il resto, partita continua per qualità e quantità. Bravo Darmian a farsi trovare pronto. Sfiora il gol nel primo tempo, lo trova nella ripresa.
Le rasoiate – Una, piccolissima, a Lautaro Martinez. Un grandissimo talento, predestinato, a cui servirebbe maggiore concretezza per varcare l'Olimpo dei più grandi attaccanti di sempre.