Saranno fumosi – Vampeta, vampiro che non incuteva timore agli avversari
Marcos Andrè Batista Santos noto a tutti come Vampeta, centrocampista brasiliano, fu prelevato dal Corinthians nell’estate del 2000. Con la casacca del Timão, indossata in 53 occasioni, ha realizzato quattro reti. Quando Moratti lo porta a Milano, tanti addetti ai lavori non esitano a definirlo colpaccio di mercato. Le aspettative, purtroppo per i tifosi nerazzurri, saranno deluse molto presto.
Il soprannome – Vampeta giunge in nerazzurro all’indomani della cocente eliminazione nei preliminari di Champions League contro un modestissimo Helsingborg. Zanetti e compagni, sconfitti in Svezia per 1-0 durante la gara di andata, non riescono a ribaltare il risultato a San Siro. Recoba fallisce un calcio di rigore e per l’Inter è notte fonda. Ad addolcire l’amaro ci pensa il calciomercato. Vampeta è la ciliegina finale. Il curioso soprannome deriva dall’unione delle parole vampiro e capeta, ovvero diavolo. Vampeta – ai tempi del Vitoria – non possedeva gli incisivi centrali e ricordava nell’aspetto un vampiro. A differenza di Dracula, il vampiro dell’Inter non mieterà alcuna vittima.
Lippi lo apprezza – L’inizio è più che soddisfacente. Lippi lo getta immediatamente nella mischia in Supercoppa Italiana contro la Lazio. La squadra perde 4-3 ma il vampiro riesce comunque a mordere la retroguardia biancoceleste. È sua l’ultima rete di un incontro bello e divertente. Si tratta di un’Inter sperimentale orfana di Ronaldo e di Bobo Vieri. I tifosi sono alla ricerca di nuovi idoli da venerare ma nè Hakan Sukur, nè Robbie Keane solleticano il fine palato del popolo interista. Vampeta piace anche per via di un baffo che ricorda sia Maurizio Costanzo che Tom Selleck. Lippi crede nelle qualità del centrocampista brasiliano e lo conferma titolare alla prima di campionato contro la Reggina.
Ma chi ti conosce – Sfidando ogni pronostico i nerazzurri tornano dal Granillo senza punti e – di fatto – senza allenatore. Con dichiarazioni non certo al miele Lippi costringe Moratti ad esonerarlo e a scegliere Marco Tardelli. Con l'ex commissario tecnico dell'Under-21 non scocca la scintilla. Qualche stagione più tardi Vampeta paleserà tutto il suo disappunto per il cambio di allenatore. “Tardelli mi disse che non mi conosceva. Risposi che neanche io lo conoscevo, e me ne andai. Rimasi all’Inter sette-otto mesi. A chiedere il mio acquisto fu Lippi, che se ne andò dopo la prima sconfitta in campionato. Con Tardelli ero demotivato”.
Per uno strano caso del destino, il Tardelli moderno – così tempo prima Giancarlo Antognoni aveva definito Vampeta– non piace a quello autentico. L’addio all’Inter è indolore. Il vampiro passa al Paris Saint Germain ma dura meno di una corsa in metropolitana. Farà successivamente ritorno in Brasile, questa volta al Flamengo, giusto in tempo per far parte della fortunata spedizione verdeoro ai campionati del mondo di Corea e Giappone. Una sola apparizione – diciotto minuti nella gara d’esordio contro la Turchia – gli bastano per sfoggiare la medaglia d’oro.
Un vampiro dai denti da leite – Dopo aver compreso che la radio è il teatro della mente, oggi Vampeta è diventato un importante commentatore di una seguitissima radio dello stato di São Paulo. Vampeta è capitato all’Inter nel momento sbagliato. Sedotto da Lippi, abbandonato da Tardelli, il vampiro più fumoso di Milano è riuscito comunque a regalare emozioni agli affezionati lettori di G Magazine. Senza maglia nerazzurra addosso ma posando completamente nudo. Misteri buffi di un calcio fumoso.