De Zerbi il propositivo: il top coach del domani alla sfida Inter
Possesso palla e visione offensiva i dogmi dell’allenatore. Sabato sera il Sassuolo affronterà l’Inter al Meazza e cercherà di imporre il proprio gioco.
Non esiste un solo motivo, neppure uno, perché un giocatore in campo stia fermo. Il calcio è movimento, il calcio è correre e smarcarsi. Parole de El Loco Bielsa. Non sarà muy loco, ma a Roberto De Zerbi piace questo. Sovrapposizioni, tagli, giro palla e propensione offensiva. Questi i suoi dogmi, ma guai a definirlo un'integralista. Una cosa è certa: la palla è sacra per il mister. Ragionare e giocarla sempre, mai buttarla. Nemmeno nei momenti di difficoltà.
Il tecnico bresciano guida i neroverdi del Sassuolo da ormai tre anni. Per lui un undicesimo ed un ottavo posto nelle passate stagioni. Ora nel mirino c'è la Lazio – a +7 – ed il sogno europeo. Si tramuterà in realtà? È ancora presto per dirlo. Di certo c'è che il calcio giocato dai ragazzi di De Zerbi promette bene ed entusiasma i critici. Costruzione dal basso, fraseggio e movimento senza palla.
Un 4-3-3 camaleontico – di blaugrana memoria – che varia a seconda delle occasioni. Ultimamente prende le sembianze di un 4-2-3-1 che si trasforma, a sua volta, in un 2-4-1-3 super offensivo. I terzini si alzano diventando degli esterni a tutta fascia. Ampiezza: dal verticale all'esterno. Le ali, dal canto loro, s'inseriscono verso il centro del campo, lasciando spazio per le avanzate dei laterali di difesa. L'attacco si trova ad avere tre interpreti a fare densità nell'area avversaria.
Il trequartista si abbassa per ricevere il pallone, per poi smistarlo a proprio piacimento. I due centrocampisti centrali fungono da registi bassi, dando uno sviluppo verticale all'azione. Tutto ciò porta il Sassuolo tra le prime squadre di Serie A per possesso palla: una media di 30' minuti a partita. 944 attacchi totali, con 344 tiri. Da migliorare la precisione con “solo” 143 indirizzati nello specchio della porta.
I numeri evidenziano l'idea di gioco del mister, uno tra i profili più promettenti del panorama italiano. Calcio offensivo e bel gioco, un connubio noto a tutti, ma che pochi sanno valorizzare. Lui è uno di quella cerchia. L'intento è quello di offrire la migliore prestazione ad ogni partita. La sua visione è ben chiara anche in fase di non possesso. Difesa alta, pressione e linee strette in modo tale da poter intercettare subito il pallone e ripartire. Aggressività, ma anche molti rischi.
Una volta che la prima linea viene elusa dagli avversari, c'è il rischio di trovarsi scoperti e subire il contropiede. I gol di Inter e Milan insegnano. Ciononostante il mister bresciano non vuol sentire parlare di conservazione. Mai. Un tiki-taka tricolore rifinito con un doppio regista e l'estro dei propri calciatori posto a ciliegina. Questa è l'idea di calcio di De Zerbi, uno dei top coach del futuro.