Inter, Conte votato al catenaccio? Dati e storia dicono il contrario

Inter, la Gazzetta dello Sport questa mattina ha dedicato un approfondimento allo stile di gioco di Antonio Conte. In particolare il quotidiano sportivo ha tentato di dare una risposta al fatto che spesso al tecnico leccese venga affibbiata la qualifica di “catenacciaro”. I numeri di quest'anno (miglior attacco con 65 reti) sembrano già da soli smentire questa tesi, ma la rosea è andata oltre, ed in particolare è tornata a scavare negli anni addietro.

Al Bari Conte si esprimeva con uno spregiudicato 4-2-4, che poi ha esportato anche alla Juventus dove però ha deciso poi di passare ad un 3-5-2 di qualità. Nell'esperienza londinese invece il modulo di riferimento era ul 3-4-21, adottato per esaltare le qualità dei vari Fabregas, Willian, Pedro e Hazard (e schierato dopo che si era iniziato con la difesa a 4). E anche quest'anno Conte aveva iniziato con un 3-4-1-2 con Perisic e Hakimi suglie esterni ed un trequartista. Modulo troppo offensivo, che faceva subire diversi gol. Si è tornati quindi al 3-5-2 salvo poi riproporre uno schieramento più votato all'attacco con l'inserimento di Eriksen e Perisic. 

“Nella sua prima Juve gli attaccanti avevano bisogno di supporto, così il tecnico chiedeva pressione alta, intensità e tanti uomini ad attaccare l’area: e quella squadra giocava un calcio aggressivo, arrembante, divertente . Un calcio che però sarebbe poco adatto all’attuale rosa dell’Inter. Lukaku e Lautaro amano gli spazi e Conte li crea abbassando il baricentro e costruendo un impianto che possa esaltare le loro qualità sia nella conclusione sia nella preparazione a beneficio dei compagni. Il catenaccio è decisamente un’altra cosa”.