Zenga ha rilasciato un'intervista pubblicata sulle pagine della Gazzetta dello Sport, pubblicata questa mattina, nella quale ha spaziato tra diversi argomenti. Stando all'ex portiere il momento della svolta sarebbe stato proprio quello dell'eliminazione dalla Champions League, che avrebbe dato a Conte maggiore forza per gestire la squadra. Poi l'attuale allenatore ha parlato di quello che deve essere il prossio passo per la crescita.
Quindi il prossimo step sarà un ruolo da big in Europa?
“Certo, ma intanto deve vincere questo campionato. Non dico che sia un obbligo ma dopo l’eliminazione dall’Europa è diventato un obiettivo primario. Le otto vittorie consecutive hanno creato un bel distacco in classifica. Manca tanto, ma chi è in testa a un certo punto sa cambiare il pensiero: diventa più forte di testa, più consapevole. La vittoria di Torino per l’Inter è stata figlia di una consapevolezza assoluta, di una squadra che ora sa quello che vuole e se lo prende”.
Analogie con la sua Inter?
“No, il calcio è cambiato e non si possono paragonare due epoche così lontane. Lì si giocava per i due punti, finivi la partita e avevi i giornalisti fuori dalla porta dello spogliatoio. Oggi è tutto più ovattato e lontano dalla realtà. E bisogna fare i conti con i social che influiscono in maniera pazzesca. Non era meglio prima e peggio adesso o viceversa, semplicemente era tutto molto diverso. Oggi se vuoi lavorare nel calcio devi adattarti e aggiornarti alle tecnologie moderne”.
Conte ha definito Trapattoni un maestro di vita…
“Il Trap è stato un maestro per tanti di noi. Io ho avuto la fortuna di lavorare con lui, Bagnoli, Eriksson, Vicini. E Zoff è stato il mio allenatore dei portieri al Mondiale dell’86. Personaggi di questo spessore ti lasciano sempre qualcosa”.
La Lu-La è già tra le migliori coppie d’Europa?
“A livello di numeri si integrano benissimo. Lukaku non mi ha stupito: è stato voluto e cercato con forza da tutto l’ambiente ed ha avuto un rendimento superiore proprio perché ha sempre sentito una fiducia incondizionata. Di Lautaro mi parlò benissimo già Spalletti, in tempi non sospetti, quando non giocava perché c’era Icardi. Piuttosto, appena posso voglio chiedere a Conte come avrebbe fatto se fosse arrivato Dzeko. Il confronto con i colleghi mi manca tanto”.
Altre 9 gare e Handanovic la raggiungerà nelle presenze in A con l’Inter: cadrà il suo record di portiere più presente in nerazzurro con 328 partite.
“I record sono fatti per essere battuti e se sarà Samir a farlo sarò contento. Giocare così tante gare all’Inter significa avere una costanza di rendimento eccezionale. Semmai gli auguro di battere il mio record di clean sheet in Europa: 35 partite”.