Inter, ora che l'emergenze Covid sembra essersi attenuata in casa nerazzurra comincia a catturare la scena un'altra questione, ossia quella legata ai nazionali. Nella giornata di ieri è arrivato l'esito dei tamponi effettuati domenica, e tutti hanno dato esito negativo. In questo modo 7 nazionali sono potuti partire per giocare con le rispettive rappresentative.
E' il caso di Lukaku, Perisic, Brozovic, Skriniar, Eriksen Hakimi e Radu. Questo pone una questione che fa infuriare l'Inter, come scrive la Gazzetta dello Sport. L'Ats infatti aveva imposto una “bolla” per i calciatori nerazzurri. E la speranza del club risiedeva nel fatto che i giocatori sarebbero partiti solo per sottoporsi a sedute di allenamento, e non per giocare. La realtà, scrive la rosea, è diversa. Una volta messo piede in un altro paese si applicano le regole di quest'ultimo in materia anti Covid. L'Ats perde quindi di potere in materia. E il caso più emblematico è quello di Eriksen.
“È il caso Eriksen il più curioso: fotografa il possibile corto circuito tra autorità mediche e il vuoto normativo che a livello europeo esiste ancora in materia. Christian è volato direttamente in Israele dove dopodomani giocherà con la Nazionale: si è fatto dare uno “strappo” dal charter dei compagni che ha fatto un tattico stop a Milano per prenderlo assieme a Kjaer. A differenza degli altri, però, nessun passaggio preventivo in patria: di questi tempi, una bella comodità”.