Nuovo appuntamento con il podcast di Inter Dipendenza, ‘I Gemelli and Saba’ con il direttore editoriale, Raffaele Garinella, Mario Spolverini, giornalista e scrittore, e Sabatino Durante, agente Fifa e giornalista. Ospite della serata, mister Renato Olive, indimenticato calciatore di Fidelis Andria, Perugia e Bologna, che ha affrontato vari temi. Dalla recente polemica tra Materazzi e Nedved, alla sua esperienza di Perugia, fino alla storica partita tra Perugia e Juventus che consegnò, di fatto, lo scudetto alla Lazio.
Ecco le sue parole:
Sulla polemica Materazzi-Nedved – “Stimo troppo Marco che è un mio amico. Siamo cresciuti insieme calcisticamente. A Perugia condividevamo la camera. Abbiamo giocato insieme due anni, poi lui è andato in Inghilterra all'Everton prima di fare ritorno a Perugia. Conosciamo benissimo il carattere di Marco, non voglio commentare la polemica. Pensate che quando eravamo in camera, spostavamo i letti e facevamo a botte per caricarci per la partita. Questo è il carattere di Marco. E’ stato un grandissimo giocatore per il calcio italiano, per quello che ha fatto a Perugia, all’Inter e in Nazionale. Lo ricordo con piacere. È nel mio cuore”.
Sul famoso Perugia-Juventus- “Dodici mesi prima si disputò Perugia-Milan in cui perdemmo la partita e qualcuno ci apostrofò come venduti, anche se conquistammo la salvezza. Questo perché quel risultato era importante per noi, perché non dovevamo incassare il terzo gol altrimenti se il Piacenza avesse perso in casa contro la Salernitana, per noi sarebbe stata dura rimontare. Abbiamo perso 2-1 e nello spogliatoio è successo il finimondo. Chi aveva vissuto quell’esperienza si è trovato un anno dopo ad affrontare la Juventus nella stessa situazione. C’è da dire che però quello scudetto lo perse la Juve perché erano a corto di energie. Persero con il Verona per 2-0. Poi ci fu quel gol di Calori e noi lottammo per evitare che la Juventus pareggiasse. Con Conte per parecchi anni non ci siamo più parlati. Poi abbiamo chiarito. Conte è diventato un ottimo allenatore, e dai suoi calciatori pretende più del cento per cento. Quindi guardando a quella situazione con gli occhi dell'allenatore, ha compreso che il Perugia diede il massimo onorando l'impegno. Quel giorno piovve tanto e solo Collina poteva gestire alla grande una situazione del genere. C'erano pressioni di personaggi come Gaucci e Moggi. Vi lascio immaginare cosa stava succedendo negli spogliatoi. Ed era la prima volta che veniva ripresa una partita dopo l'interruzione di un'ora.”.
Sulla lotta scudetto – “Penso che lo scudetto possa perderlo solo l’Inter. Non credo che possa accadere una cosa del genere. Conoscendo Conte sarà nelle camere dei calciatori ad urlare ed incitare ogni singolo calciatore. Cura alla perfezione ogni dettaglio”.
Sulla crisi Suning: “Io ho avuto un’esperienza in Cina – Il livello del campionato cinese è davvero molto basso. Al netto di una qualità non esaltante c'erano ingaggi elevatissimi. Tanti calciatori sono venuti a svernare. Hanno fatto il passo più lungo della gamba. Non si possono dare tanti soldi a certi giocatori. Anche perché non ti alleni con la fame necessaria. Era prevedibile, spese impossibili da sostenere”.
Su Sensi – “All’Inter ci sono giocatori come Barella, Vidal, Brozovic, ed Eriksen. Come fai a giocare? E’ difficile essere titolare. Lui si ritrova a non esserlo e ad avere pochissimo spazio. Non lo sarebbe stato nemmeno alla Juve. Deve rivedere qualcosa”.
Sul rapporto Conte-Eriksen – “Prima di dare un giudizio vorrei vedere come si allenava Eriksen. Deve essere lui ad adattarsi alle pretese dell’allenatore. Magari aveva un modo di allenarsi al di sotto del cento per cento. Magari entrava pure in maniera svogliata e Conte non gradiva. Quando Conte ha visto l'impegno ottimale lo ha schierato tra i titolari.”
Sui suggerimenti di mercato – “Al momento non puoi chiedere nulla, bisogna capire che investimenti si possono fare. Per me in Europa l’Inter non è organizzata per poter vincere. Ci sono squadre meglio assortite. Per esempio i difensori in Italia non hanno rivali, in Europa per me avrebbero difficoltà, così come a centrocampo. Per raggiungere livelli altissimi devi rinforzare la rosa con 3-4 innesti di qualità. L’Inter al momento non può permettersi spese folli”.
Sugli allenatori avuti in carriera – “Tutti mi hanno lasciato qualcosa. Solo Ventura non si è comportato bene. Quando sono arrivato a Perugia nel 1998lo spogliatoio era in subbuglio. Castagner ha portato serenità. Quella positività si è vista in campo. Anche Papadopulo ad Andria è stato molto importante. In ritiro pre campionato ero in pessima forma. In allenamento facevamo le ripetute e io non ce la facevo. Papadopulo – quando tutti erano già sotto la doccia – si fermava a correre con me.”.
Su Boskov – “Ne potrei raccontare tante. Una volta quando etichettò Melli come giovane ma si trattava di un calciatore con tanta esperienza. Noi in casa facevamo buoni risultati, fuori casa meno anche perché giocavamo con una punta. Suggerimmo a Boskov di cambiare modulo dicendo di tenerlo segreto. Lui invece in conferenza stampa di metà settimana rivelò tutto”.
Su Rapaic – “Noi avevamo un giocatore come Milan che ha raccolto meno di quanto avrebbe potuto. Aveva doti straordinarie. Dovevi saperlo prendere. In una fase del campionato di Serie B – 1997/98 ndr – non giocava titolare. Uno schiaffo al calcio perché si tratta di uno dei più forti con cui ho giocato”.