(ID), Bellinazzo, pt.2: “Sarà  un mercato di riduzione costi. No salary cap”

La voce nerazzurra ha avuto il piacere di ospitare, all'interno del suo podcast Inter Twitter, il giornalista de Il Sole 24 Ore, Marco Bellinazzo che ha parlato di varie tematiche inerenti al mondo Inter, ma non solo, facendo molta chiarezza su vari aspetti, rispondendo alle domande dei nostri giornalisti Raffaele Garinella, Mario Spolverini e del nostro editor Salvatore Impusino.

Ecco la seconda parte dell'intervista:

 

Sul mercato che può fare l'Inter in estate: “Conte deve prendere atto della realtà perché Juve, Inter e Milan hanno subito di più dalla chiusura degli stadi. I nerazzurri facevano la media di 60000 spettatori a partita. Abbinato tutto questo ai cali di fondi di sponsor, ci vorrà un triennio per riprendersi. Ci sono dei costi fissi. Il mercato dell’Inter sarà focalizzato cercando di avere un minimo di equilibrio finanziario, anche perché è difficile un bilancio positivo o in pareggio. La UEFA cambierà qualcosa a livello di FFP, anche perché il 2021 sarà peggiore del 2020. Non sono vietate operazioni di grande rilevanza, ma vanno bilanciate da un’equivalente riduzione di costi o di uscite di pari valore. Il caso degli svincolati può dare vantaggi in merito al cartellino. Se lo si prende dall’estero si hanno anche i vantaggi del decreto crescita, in Italia magari è più complesso da questo punto di vista, soprattutto per coloro che hanno un ingaggio elevato”.

Sulle possibili soluzioni per aiutare i club con i bilanci: “Per la salary cap la vedo molto dura, anche se l’UEFA ne sta discutendo con l’UE, magari non rigida. Magari l’introduzione di una luxury tax, ma ci si deve ragionare. Nelle norme dell’attuale FFP c’è un principio molto utile secondo cui gli ingaggi non superino il 70 per cento dei ricavi, ma non è una norma cogente. Vale per quei club che fanno più dei 30 milioni di rosso. E’ una regola aggirata con plusvalenze o con sponsorizzazioni fittizie, come accaduto per PSG e Manchester City blandamente punite dalla UEFA. L’idea di avere un 70 per cento di limite senza considerare le plusvalenze o applicando la regola secondo cui ingaggi e ammortamenti non debbano superare l’80 per cento, potrebbe essere una via di mezzo per non mettere un tetto uguale per tutti. E’ impensabile che una Juventus spenda quanto il Benevento, anche se poi quest'anno il campo ha detto altro ed è bello che sia così. C’è bisogno di una collaborazione dei calciatori che, però, fanno fatica a comprendere la fase di contrazione. Con una salary cap ci sarebbero ricorsi dei calciatori che ricorrerebbero alla violazione della concorrenza e probabilmente vincerebbero”.