Marco Bellinazzo, giornalista de Il Sole 24 Ore ed esperto di economia dello sport, ha risposto, questa sera, alle domande dei nostri giornalisti Raffaele Garinella, Mario Spolverini e del nostro editor, Salvatore Impusino, all'interno del podcast Inter Twitter de La voce nerazzurra.
Ecco la terza parte dell'intervista:
Sul FFP: “L’idea è quella di non basarsi più rigidamente su una visione contabile. Il FFP ha funzionato bene per la riduzione di costi in rapporto ai ricavi, ma ha fallito laddove doveva far crescere la classe media del calcio europeo e ha cristallizzato le posizioni di vertice. Il problema non è stato tanto il FFP, ma questo abbinato al modello di Champions League che ha voluto Platini che ha portato squadre di determinati campionati e magari rimanevano fuori quelle di campionati principali. Quindi le squadre di vertice si sono rafforzati. Basti pensare alla Juve che ha incassato dalla Champions 500 milioni, mentre quelle che venivano subito dopo di lei, Napoli e Roma hanno ricavato 200. Adesso il FFP con la pandemia deve trovare delle modifiche e puntare non tanto a imporre a rivedere bilanci già chiusi, ma guardare a ciò che verrà nel futuro tenendo conto dei budget e della sostenibilità che i club dovranno sostenere. Bisogna introdurre norme che consentano alle squadre che stanno dal quarantesimo al decimo posto di fatturato a crescere. I fatturati non fanno gol, ma fanno gli albi d’oro”.
Sui diritti tv: “Il rischio di allontanare i tifosi dalla tv c’è perché fino ad ora era tutto su Sky, mentre ora c’è tutto un nuovo palinsesto che si sta delineando. Esiste una frammentazione tale che potrebbe comportare questo rischio, soprattutto se con l’inizio dell’era Dazn ci dovessimo trovare le immagini impallate. Soltanto con il supporto di Tim, Dazn poteva offrire 844 milioni e dovrà esserci un forte supporto tecnologico per chi ha difficoltà a trasmettere trasmissioni live o quanto ci sono più eventi in contemporanea. Ci si augura che con Tim la rete non si ingolfi. In questa partita che Tim e Dazn hanno vinto c’era anche una questione importante come la banda larga che è servita per bloccare l’espansione di Sky. Siamo nell’epoca delle trasmissioni in streaming, ma dobbiamo vedere se ciò accada senza intoppi tecnologici e con politiche di prezzo che vadano ad appesantire i conti delle famiglie italiane”.
Sulla diatriba tra il sindaco Sala e l'Inter: “La dichiarazione del sindaco Sala non sia stata opportuna perché con finalità elettorali e non di interesse pubblico. Io penso che uno stato di qualità sia vitale per i club che sia elemento costitutivo anche del tessuto urbano. Questi progetti devono avere la priorità. Le società hanno modificato molto il progetto per venire incontro alla pubblica amministrazione ed è diritto di chi fa certi investimenti avere una risposta certa entro opportuno. E due anni lo sono. Il fatto di porre paletti e restrizioni quando si temono speculazioni edilizi, credo che lo si faccia o per ipocrisia o per ignoranza perché la legge sugli stadi è chiara: ti concedo di fare altro purchè io ente pubblico non ci metta una lira. I club nel loro piccolo avranno i ricavi per migliorare la loro posizione. Il Comune non può tenere in sospeso due proprietà che, tra l’altro, possono anche cambiare meta. Inter e Milan esisteranno sempre. Perlomeno gli si dica si o no”.
Sul main sponsor dell'Inter: “Fino alle difficoltà insorte in inverno c’era un processo avanzato in Cina, ma dopo tutto si è arenato. Non detto che al ritorno di Zhang in Italia non possano esserci delle novità”.