Parlare di mercato in questo momento appare perlomeno temerario date le condizioni dei bilanci dei club in epoca di pandemia. Tanto più in casa nerazzurra, ancora sospesa nell’incertezza causata dalle vicende societarie. Suning lascia o raddoppia? E se lascia, a chi lascia? E se rimane, come rimane? Con qualche socio finanziatore o con nuovi compagni di viaggio nella compagine societaria? E con quali possibilità economiche per inseguire nuovi step di rafforzamento della squadra nella prossima estate?
Interrogativi destinati a trovare risposta nelle prossime settimane. Intanto le scadenze di fine marzo sono state rispettate smentendo gufi e social commercialisti, il ritorno di Steven Zhang a Milano è dato per imminente, domani sarà presentato il nuovo logo, segnali importanti sulla via di un chiarimento complessivo.
Nel frattempo la squadra è lassù, guarda il resto del mondo dall’alto del vantaggio conquistato con un filotto di vittorie che al momento sembra aver spezzato i sogni di gloria di Milan e Juventus, il giro di giostra delle nazionali sta terminando, sabato si torna a correre in campo a Bologna, con Samir che ha parato il rigore del Covid, Sensi di nuovo tra noi e con De Vrij ancora ai box.
Nella terra di mezzo tra campo e proprietà, Beppe Marotta lavora all’agenda della prossima stagione perché così funziona nelle grandi aziende, il domani è già oggi, chi si ferma all’esistente rischia di trovarsi con il cerino in mano quando partiranno i botti di mercato, ammesso che di botti si possa parlare.
Ovviamente ci sarà da confrontarsi con Conte, con la proprietà, vecchia o nuova che sia, con le risorse disponibili, ma 5 euro alla Snai ce li giocheremmo volentieri fin da subito su un nome scritto in rosso nel taccuino dell’Ad nerazzurro, quello di Paulo Bruno Exequiel Dybala. Fu proprio Marotta a soffiarlo all’Inter nell’estate del 2015, a valorizzarlo negli anni successivi, qualcuno sussurra anche di una promessa quando lasciò la dirigenza bianconera.
Il momento per tener fede a quell’impegno potrebbe arrivare a breve, quando l’Inter dovesse cucirsi sulla maglia il triangolino tricolore, quando avrà la certezza che il prossimo anno affronterà la stagione da favorita d’obbligo e la Champions dalla prima fascia e dunque con prospettive del tutto diverse da quelle degli ultimi anni. Prospettive che richiedono una rosa con qualità decisamente superiori rispetto a quella odierna, soprattutto in attacco dove servono 4 punte di spessore europeo con Dybala dunque ciliegina giusta sulla torta.
L’argentino è scomparso dai campi da gioco da tempo immemorabile, se si tratti di acciacchi solo fisici o di altra natura non è dato capire. Qualche mese fa Agnelli parlò di lui come l’immaginario capitano del futuro bianconero senza però stringere sul rinnovo contrattuale che il ragazzo attende da tempo. D’altro canto è evidente che la convivenza con Cristiano Ronaldo, ottimamente gestita da Sarri fino al punto di elevare mister Joya al rango di miglior giocatore della serie A nello scorso torneo, abbia subito una battuta d’arresto. La Juve ha investito molto su Morata, Kulusevski e Chiesa, gli spazi che i tre reclamano tolgono zolle preziose a Dybala ed anche a Torino guardano con preoccupazione ai bilanci ed alla necessità di mettere fieno in cascina con qualche plusvalenza di lusso. Coincidenza d’interessi perfetta, quest’anno il divorzio potrebbe essere una realtà meno dolorosa per i tifosi e per il club.
In questo scenario, Marotta sembra il cinese intento a pescare sulla riva del fiume. Prendere all’amo Gosens, Musso ecc. lo ecciterebbe non poco ma lui aspetta altro. Sa che prima o poi il suo pesce passerà, sa che dovrà solo farsi trovare in quel momento con l’esca giusta e la canna necessaria a reggere l’impatto (leggasi proposte adeguate per il giocatore e per la Juventus). E' c'è da scommettere che slamando la preda il suo secondo sorriso di soddisfazione nascerebbe pensando a Paratici e a chi gli apparecchiò la via d'uscita dalla Juventus due anni fa.
Come si dice ai pescatori…? In c**o alla balena Beppe!