Gli elogi per l’Inter che va da Sassuolo-Inter in poi sono stati tutti per l’atteggiamento più prudente che ha avuto la squadra nei momenti successivi, per la difesa, dimostratasi quasi del tutto impermeabile agli attacchi avversari e per gli attaccanti, soprattutto Lautaro e Lukaku, capaci di essere la seconda coppia in termini di gol, in tutta Europa. Tutto questo sicuramente è vero, dal momento che i nerazzurri sono passati dal lottare per la zona Champions ad arrivare al primo posto a più sei dal Milan secondo – si spera possa essere più nove, vincendo nelle difficilissime sfide contro Bologna e Sassuolo.
Ma c’è di più. Sì, perché quando si guarda all’Inter, ciò che balza subito all’occhio è anche l’estrema qualità dimostrata dai centrocampisti. Detto del recupero tecnico e mentale di Eriksen e dell’essere prezioso di Barella, chi detiene le chiavi del gioco interista è Marcelo Brozovic.
Il centrocampista croato è cresciuto in maniera esponenziale, prima con Luciano Spalletti che è riuscito a ritagliarli un ruolo adatto da regista, e poi da Antonio Conte che ne ha fatto un giocatore capace di gestire la giocata e di potersi ritagliare sempre lo spazio giusto in campo. Infatti, il Brozovic di questa stagione, sempre marcato dagli avversari in fase di impostazione, è un giocatore che ha imparato a liberarsi dalle catene avversarie. Quando l’Inter, come fa spesso, fa partire l’azione da dietro, uno dei tre centrali si stacca o per allargare il gioco o per sostituirsi al croato imbrigliato tra le maglie avversarie. Pertanto, lo stesso Brozovic, per evitare di rimanere in mezzo alle maglie avversarie, prende il posto di uno dei tre dietro, in modo da dare la linea di passaggio libera e libertà nel far partire l’azione dai suoi piedi. Un’arma tattica che è stato un modo per arrivare, successivamente, a concludere nella porta avversaria che l’Inter ha utilizzato spessissimo grazie alla qualità, all’intelligenza tattica ed alla consapevolezza assunta dal centrocampista croato.
Non solo, ma Brozovic è anche un giocatore molto prezioso in termini di assist. Infatti, il numero 77 nerazzurro, è stato il secondo giocatore della rosa a fornire assistenza al gol per i compagni – ben sette- in tutte le competizioni, secondo solo al compagno di reparto Nicolò Barella. Insomma, un giocatore rivalutato nel giro di quattro anni ed un vero e proprio pilastro della rosa nerazzurra. Un giocatore che ha saputo diventare leader con le sue giocate. Perché se, a fine stagione, per l’Inter, dovesse essere primo posto, lo scudetto sarebbe veramente epic.