Inter, la consacrazione del contismo. A metà tra Simeone e Guardiola
La rinascita dell’Inter porta senza dubbio la firma di Antonio Conte e del suo “contismoâ€. Stile di gioco che ha delle similitudini con altri allenatori
A sole dieci giornate dalla fine del campionato, l’Inter resta la grande favorita per lo scudetto. Stagione esemplare dei nerazzurri in Serie A, che dopo una prima parte di campionato discontinua hanno trovato l’equilibrio portandosi al primo posto in classifica. L’Inter è tornata finalmente ad essere grande, specialmente nelle ultime due stagioni, e lo scudetto non è più considerato un’utopia.
Sicuramente i grandi progressi fatti dai nerazzurri negli ultimi due anni portano la firma di Antonio Conte, che ha dato alla squadra una mentalità vincente dimostrandosi ancora una volta uno dei migliori allenatori in circolazione nei campionati nazionali; il suo unico limite resta sempre l’Europa.
Un allenatore passionale, molto attento alla cura dei dettagli, che mette anima e cuore in campo chiedendo ai suoi giocatori il 110%. Il “contismo” è corsa, fisico, sacrificio e intensità con difesa solida, esterni di gamba e qualità, centrocampo di lotta e attaccanti che si sostengono a vicenda. Le statistiche e la classifica sono tutti dalla sua parte visto che l’Inter sta andando al ritmo delle migliore squadre europee, ovvero Manchester City e Atletico Madrid.
Il gioco di Conte è una sorta di sintesi perfetta tra “guardiolismo” (per la fase offensiva e il possesso palla) e “cholismo” (per la fase difensiva e la fisicità in mezzo al campo). Le maggiori similitudini, però, sono senza dubbio con i colchoneros e soprattutto con Diego Simeone, specialmente in questa stagione in cui l'altra squadra di Madrid sta dominando la Liga con un modulo molto simile a quello nerazzurro.
Il Cholo, infatti, a partire da questa stagione ha cambiato modulo, passando dal 4-4-2 ad un 3-5-2 più “contiano”. Due squadre più operaie rispetto al City pieno di fuoriclasse, ma che Conte e Simeone hanno saputo trasformare; esaltando anche giocatori medi come grandi giocatori. I due allenatori sono molto simili anche dal punto di vista caratteriale, entrambi dotati di grande personalità e grinta e simili anche nel modo in cui preparano le partite, studiando l’avversario nei minimi particolari.