Inter, occhio a quei tre: il Bologna e i suoi talenti forgiati da Sinisa

Antonio Conte ha in vista un impegno piuttosto complesso, al Dall’Ara. Il Bologna di Mihajlovic è squadra ben quadrata, e soprattutto equilibrata tra giocatori di esperienza e giovani talenti.

Se tra i primi è naturale ricordare Soriano, Sansone, e Palacio (che sarà però squalificato), tra gli altri è possibile citarne altrettanti.

Innanzitutto Takehiro Tomyasu: il giovanissimo difensore giapponese, novembre 1998, veniva già da un’ottima annata, quella passata, che aveva fatto suonare per lui le campane di top club già nella scorsa sessione di mercato estiva (Milan su tutti). Quest’anno il giapponesino si è confermato ad altissimi livelli. Duttilità -abile sia da centrale che da terzino destro-, ottimo piede, rapidità, ed una certa affinità con il dribbling. Mihajlovic non lo toglie mai dal campo, Tomyasu raramente delude. Una bella gatta da pelare per Perisic o, se dovesse riposare, Young.

Musa Barrow è un altro grande talento. Pescato dodici mesi fa dall’Atalanta, in cui trovava poco spazio per la folta concorrenza di Zapata e Muriel, il gambiano è esploso proprio tra il febbraio e il maggio della passata stagione: memorabile la sua doppietta all’Olimpico contro la Roma. Anche lui poco più che teenager (stesso mese e stesso anno di Tomyasu!), è una via di mezzo tra l’essere un 9 e un 11, ma a volte gioca da 7. L’importante per Barrow è giocare vicino alla porta, che ha dimostrato di vedere assai bene con il suo educato piede destro. Per gli amanti della cabala, infine, già fece male all'Inter alcuni mesi fa.

E poi Mattias Svanberg: forse quello che ha maggiormente overperformato rispetto all’anno scorso, ha lo stile da giocatore di Premier: fisico strutturato, viso da bravo ragazzo e piede gentilissimo. Il centrocampista completo a Bologna si chiama Mattias Svanberg. In azione è uno da due tocchi massimo e verticalizzare. La caratteristica che più garba a Mihajlovic è la sua intelligenza tattica: in attacco è perfetto negli interscambi con gli esterni offensivi, in difesa ha un’incredibile percezione del pericolo e spesso chiude letture difensive miracolose. Ultimo, ma non ultimo, è il fondamentale che meglio gli riesce: il tiro. Svanberg sa calciare e far gol, e in questa stagione ha già messo a referto tre marcature. Classe 1999, è pronto al grande salto.

Occhio, Conte: il potere bolognese parte dalla gioventù.