Inter, le parole hanno un peso. La lezione di Conte a Pirlo e Pioli
Inter, quella di sabato è nell’immaginario di tutti i tifosi d’Italia (a prescindere dalla squadra tifata) la serata che ha segnato la fine del campionato
Inter, quella di sabato è nell'immaginario di tutti i tifosi d'Italia (a prescindere dalla squadra tifata) la serata che ha segnato la fine del campionato, almeno per quello che riguarda la corsa per lo scudetto. Conte si guarda bene dal considerare i giochi chiusi, e continua a chiedere ai suoi attenzione e concentrazione. Il tecnico nerazzurro non cede un passo e fino a che non sarà la matematica ad assegnare il titolo non mollerà minimamente la presa. E questo si può dedurre da ogni sua parola pronunciata nell'ultimo periodo, in particolar modo sabato sera. E proprio le diverse parole che si sono sentite negli ultimi giorni meriterebbero di essere oggetto di qualche considerazione.
Tornando indietro nel tempo (neanche troppo) e focalizzandosi in particolare su quanto avvenuto tre settimane fa circa, sembra ancora di sentire le dichiarazioni di Pirlo. Il tecnico bianconero definiva fortunata l'Inter per il fatto di non aver disputato il match contro il Sassuolo e perché i suoi giocatori non avevano raggiunto le rispettive nazionali (cosa che poi non è neppure accaduta). Parole che nascondevano, neanche troppo velatamente, intenti accusatori per presunte diversità di trattamento davanti a circostanze simili. Il perché le situazioni non potessero essere paragonate è stato approfondito più volte.
Ciò che è importante è che Pirlo voleva far passare il messaggio che il campionato fosse falsato, e che la rincorsa della Juventus potesse essere fermata da fattori extra campo. Ma alla fine è il campo che parla, ed in quel caso ha taciuto. Alle parole del tecnico bianconero infatti non hanno fatto seguito risultati che giustificassero quelle lamentele. Urlare ad una corsa falsata quando poi non vinci le tue partite rischia di mettere in ridicolo le lamentele. I campioni in carica infatti non solo hanno perso con il Benevento, ma non hanno avuto nemmeno una reazione in un derby riagguantato solamente nei minuti finali.
E anche l'altro inseguitore Pioli, il predicatore del “il nostro obiettivo era, è, e sarà il quarto posto” si è lasciato ultimamente andare a dichiarazioni più ambiziose, cui hanno fatto eco quelle di alcuni suoi giocatori. Parlare di scudetto solo quando il distacco dalla capolista era il più ampio di tutta la stagione suonava strano. Quasi come se si tentasse in maniera pressoché disperata di indurre pressione per provocare passi falsi. Ma anche qui, se poi ai proclami non segue una vittoria contro la Sampdoria in 10 uomini si rischia di essere accomunati al collega con il quale si condivide anche l'appellativo di maestro. E la lepre invece? Chi ha lo scarto a proprio favore cosa ha detto a proposito della corsa scudetto? Nulla. E anzi, ha tenuto a precisare che per arrivare a certi obiettivi non serve pronunciare parole (cosa che rischia di essere al contrario deleteria) ma che bisogna far parlare i fatti. Cosa che ha fatto sul campo del Bologna. Verrebbe da dire quindi che Conte ha dato una lezione di stile ai suoi due colleghi/inseguitori. E forse la lezione impartita non riguarda solo questo piano ma si sposta anche su altri maggiormente inerenti al ruolo che ricoprono i tre. Ma questa, come si suol dire, è un'altra storia.