L’Inter è letale. Gli esteti e i profeti dello champagne si appellano al nulla

A tanti fa male vedere l’Inter meritatamente in testa alla classifica. Meglio appellarsi al dubbio rigore non concesso al SassuoloRaspadori si lascia cadere con troppa facilità – piuttosto che sottolineare quello sacrosanto non concesso ai nerazzurri. O ancora, il gol del 3-1 cancellato a Lukaku. Rete che sembra – analizzando le immagini  – assolutamente regolare. Dunque, piuttosto che riconoscere i tantissimi meriti dei nerazzurri, meglio appellarsi al bel calcio. Vagonate di esteti pronti a evidenziare che l’Inter gioca male. Difficilmente vedremo in serie A squadre vincenti grazie allo champagne. Mourinho insegna che un calcio pratico e meno spettacolare di quello – per esempio – di Zeman spalanca le porte verso l'immortalità. 

E prima del grande Josè ha fatto scuola il mago Herrera. Per vincere bisogna spesso essere poco belli e molto funzionali. I meriti di Antonio Conte sono numerosi. Il mister ha raffinato e rafforzato la mentalità della squadra forgiata dall’eccellente lavoro di Luciano Spalletti. La gara contro il Sassuolo – imbattuto a San Siro dal 2014 – ne è chiara testimonianza. Possesso palla – piuttosto sterile per la verità – agli emiliani, azioni da gol – quelle pericolose – ai nerazzurri. I tiri velleitari del Sassuolo hanno fatto il solletico ad Handanovic. L’Inter di Conte è letale come sa esserlo uno scorpione. Attende la prima mossa e inocula il veleno al momento giusto. È il principio di una squadra vincente. Quelle che, per intenderci, stappano lo champagne solo per festeggiare un titolo. 

È ancora presto per le bollicine. Conte e la squadra sanno bene che le nove partite che restano – per certi aspetti – sono ancora più complesse delle dieci finite in archivio. Meglio lasciare le bollicine agli esteti e ai seguaci dei profeti dello spettacolo. Quando cala il sipario, a parte qualche gara vinta per 4-1 o 6-2, rimane una bacheca ricca solo di polvere. 

Così è (se vi pare).