Musica (latino musÄca – greco μουσική): “L'arte che consiste nell’ideare e nel produrre successioni strutturate di suoni semplici o complessi, che possono variare per altezza, per intensità e per timbro“. Un'arte in grado di emozionare, comunicare, trasmettere. Quante volte è stato affidato ad una canzone un messaggio? Quante volte ci si è immedesimati al suo interno? Infinite o meglio per un tempo infinito.
Infinite come le volte che abbiamo riso, pianto, urlato, gioito ed imprecato. Infinito come l'amore dei tifosi nerazzurri nei confronti dell'Inter e della sua storia. Ed è proprio questa – declinata all'attuale stagione in corso – ad avere un non so che di musicale. Un'aria, una melodia, un andamento che richiama alcune canzoni del panorama musicale italiano. Perchè la musica, tra le sue mille sfumature ed utilizzi, permette anche di descrivere un percorso. Uno su tutti: quello dei nerazzurri.
SI PUÒ DARE DI PIÙ – Tutto, come nella stragrande maggioranza dei casi, parte da un momento buio. Un momento dove tutto sembra perduto. Dove i brutti pensieri iniziano a farsi oppressivi ed attanaglianti. Per l'Inter questo momento ha una data ben precisa: 9 dicembre 2020. Un secondo fallimento, l'ennesimo. Fuori dalla Champions League. Gironi maledetti per gli uomini di Conte che con lo 0-0 contro lo Shaktar salutano definitivamente la competizione. Un evento del genere avrebbe gettato chiunque nello sconforto più assoluto, ma non i nerazzurri. Dentro di loro, come ad un Festival di Sanremo del '87, una convinzione c'era: “Si può dare di più perché è dentro di noi, si può osare di più senza essere eroi“. Le voci del trio Morandi–Ruggeri–Tozzi metaforicamente riecheggianti all'interno della testa dei calciatori: “Come fare non so non lo sai neanche tu. Ma di certo si può dare di più”. Un inno alla cooperazione, alla speranza, alla voglia di dimostrare che le potenzialità c'erano e ci sono tutt'ora. Da lì la squadra ha iniziato a concentrarsi su un unico obiettivo e da quello non ha più tolto gli occhi di dosso.
C'È SOLO L'INTER – L'anno volge al termine, i nerazzurri al secondo posto inseguono il Milan capolista e si guardano le spalle dalla Juventus di Pirlo. Proprio contro quest'ultimo ci sarà lo scontro, poche settimane dopo, al Meazza di Milano. Il 17 gennaio 2021 la squadra di mister Conte urla al Mondo: “C'è solo l'Inter!“. Una prestazione da urlo, sulle note del celebre inno di Elio e Graziano Romani, a celebrare non solo il dominio visto sul campo, ma una differenza di stile come recita la canzone: “E mi torna ancora in mente l'avvocato Prisco. Lui diceva che la Serie A è nel nostro DNA. Io non rubo il campionato ed in serie B non son mai stato“. Un inno che trasuda interismo da tutti i pori. Sofferenze, difficoltà che poi portano alla vittoria: “È vero, ci sono cose più importanti di calciatori e di cantanti, ma dimmi cosa c'è di meglio. Di una continua sofferenza per arrivare alla vittoria e poi non rompermi i coglioni. Per me c'è solo l'Inter“. Anni di dominio bianconero, spezzati in una serata perfetta – reti di Vidal e Barella – che valgono l'aggancio in vetta. Una notte da sogno. Una notte da Inter.
LUCI A SAN SIRO – “Io quando ho amato, ho amato dentro gli occhi suoi. Magari anche fra le sue braccia, ma ho sempre pianto per la sua felicità“. Lacrime, lacrime di gioia come quelle del 21 febbraio 2021. Fervore, attesa ed infine estasi. Estasi più assoluta. I nerazzurri affondano con un netto 0-3 i cugini del Milan – doppietta di Lautaro e rete di Lukaku – ed assumo piena consapevolezza dei propri mezzi: “Luci a San Siro di quella sera, che c'è di strano, siamo stati tutti là. Ricordi il gioco dentro la nebbia, tu ti nascondi e se ti trovo ti amo là“. Sulle note della serenata del maestro Vecchioni tutti i tifosi, impossibilitati a recarsi allo stadio, avranno vissuto il match con quel senso di malinconia di non poter esultare insieme alla propria amata: “Trovarti, amarti“. L'Inter vince e fa sognare anche i più romantici.
SEI FANTASTICA – La consacrazione, ad oggi, è avvenuta con una squadra: il Sassuolo. All'andata un netto 0-3 e l'addio al trequartista – svolta tattica – al ritorno un 2-1 dal sapore di fuga: +11 sulla diretta inseguitrice rossonera. Mancano ancora 9 partite, ma come direbbe Max Pezzali: “Sei fantastica, forte come il rock'n roll. Una scarica, uno shock elettrico. Sei la fonte di energia più potente che ci sia. Bomba atomica dritta nello stomaco. Storia a lieto fine, ai confini della realtà. Favola, bacchetta magica, ragione, passione, giovinezza e maturità. Armonia tra corpo e anima“. Perchè l'Inter è così: pazza, folle, imprevedibile. Una pazza Inter che però è, e sempre sarà, al fianco dei propri tifosi, mai li lascerà soli: “Siamo qui, tante vittorie, giorni bellissimi, sconfitte stupide, giorni difficili. Tristezze ed euforia, gioie e dolori. Ma sento sempre che tu ci sei. Che anche quand'è dura non te ne vai. Che anche coi denti combatterai. Sempre accanto a me non mi abbandonerai“. Grintosi, cattivi, combattenti e forse non molto belli. Ciò che conta però è la sostanza e di quella i nerazzurri – ad oggi – ne hanno da vendere.
Nonostante ciò il viaggio non è ancora terminato, mancano ancora alcuni chilometri al traguardo. Nell'attesa indossiamo le cuffiette, schiacciamo play e godiamoci il percorso perché: “Per quanta strada ancora c'è da fare, amerai il finale“.