“Ho visto cose che voi umani non potete nemmeno immaginare“. Queste le parole che Roy Batty, prima di morire, pronunciava nel celebre monologo del film Blade Runner di Ridley Scott uscito nel 1982. Cose inimmaginabili, eventi inaspettati e spettacolari. Un po' come sta avvenendo nel terzo millennio. Chi mai, alcuni anni fa, avrebbe prospettato la nascita degli eSports o che la figura del gamer diventasse quasi equiparabile a quella di un atleta?
Ragioniamoci con ordine. Gli eSports nascono il 19 ottobre 1972 – primissima competizione basata sui videogiochi andata in scena alla Stanford in California – e possono essere considerati, come categoria, lo sport di giocare ai videogame. Questo può avvenire in solitaria oppure in gruppo. Fifa e PES (per gli amanti del calcio), Call of Duty (per i giochi di guerra) e chi più ne ha più ne metta. Allenamenti, raduni, match. Tutto alla stregua del calcio giocato “realmente”. Questa nuova frontiera dello sport porta con sè un business notevole. Come già aveva ipotizzato l'AGI nel 2017, basandosi sui report annuali di Newzoo, i videogame e nello specifico i tornei avrebbero portato nel 2020 un giro d'affari pari a 1,5 miliardi. Un incremento pazzesco, se si pensa che già tra il 2016 ed il 2017 la crescita è stata del 41,3%. Un vero e proprio boom che il sistema calcio non poteva permettersi di perdere. Ecco che così sono nate le competizioni nazionali di eSports.
Per quanto riguarda il calcio italiano, il primo campionato nazionale si è concluso – la scorsa estate – con la Royal Rumble che ha visto come vincitore il Genoa. In questa nuova stagione di eSerie A TIM (partite trasmesse sul canale Youtube e su Twich) i club si sono approcciati ancora più seriamente al mondo delle competizioni digitali. Innovazione, perfezionamento e crescita: questi i capisaldi dello sviluppo e dell'espansione degli sport digitali. I club, tra i quali l'Inter, hanno capito come fosse essenziale affidarsi a realtà esterne e professionali, già ben inserite nel settore del gaming.
Ecco come nasce, dunque, la collaborazione del club nerazzurro con Bundled – dopo un primo avvento nel mondo dei videogiochi insieme al team QLASH (febbraio del 2020) – agenzia dal taglio internazionale proprio come il club. Una collaborazione iniziata a fine 2020 con l'intento di estendere ancor di più la fama del brand Inter in tutto il mondo riuscendo a coinvolgere anche – e soprattutto – le nuove generazioni. Calcio reale unito a quello virtuale. L'occhio dei nerazzurri è da sempre molto vigile quando si parla di innovazione – Inter Media House è l'esempio lampante – e gli investimenti non sono mancati. È così che il club di Suning ha dato vita all'Inter eSports, che trova spazio sia sul sito della società (con una pagina dedicata) sia su tutti i canali social.
Il team nerazzurro può contare, per questa stagione sportiva, su pro player di fama internazionale come il brasiliano InterPResende97, l’olandese Inter Levy, il colombiano Inter NLaos_X ed il talento italiano Inter MNeto77. Un team variegato e dalle estreme potenzialità/capacità che ad oggi è impegnato, in esclusiva, nei tornei EA Global Series in Europa e Sud America. Tutto ciò sulla base dell'accordo esclusivo e pluriennale firmato ad inizio stagione con Electronic Arts. A livello Nazionale il team Inter eSports si è qualificato ai playoff di eSerie A TIM previsti tra il 20 ed il 21 aprile. Per quanto riguarda il Sud America i nerazzurri, grazie alla prova del pro player Pedro Resende, si sono aggiudicati il Qualifier del South America per Xbox.
I nerazzurri dimostrano ancora una volta di stare al passo con i tempi e di essere vincenti anche nel mondo digitale. D'Altronde: “C'è solo l'Inter“.