Un luogo dove si dovrebbe perdere la testa. Così Renzo Piano definì il luogo sacro alle Muse. Una raccolta di opere d’arte, di oggetti aventi interesse storico-scientifico, etno-antropologico e culturale. L’edificio destinato a ospitarli, a conservarli e a valorizzarli. Un ambiente dove le persone possano fruire dell'arte. Museo: un termine, mille significati.
Nell'ottica moderna e romantica anche lo stadio può rappresentarlo. Il luogo delle giocate spettacolari e delle esultanze da incorniciare. Dove il tifoso perde il senno sulla scia di Piano e al termine del match, coadiuvato da Astolfo, lo ritrova. Un ambiente dove, varcati i tornelli, poter entrare ed ammirare i propri idoli. Immaginate un Meazza adibito a galleria d'arte, con 80mila seggiolini a fungere da base per le opere d'arte. Quattro settori – verde, arancio, blu e rosso – a rappresentare, ognuno, una gigantografia di un momento clou della stagione. Benvenuti nel Musèe d'Inter.
COLAZIONE SULL'ERBA – Olio su tela (208×264,5cm) del maestro Édouard Manet. Il dipinto, datato 1862-63, raffigura il momento della colazione di un gruppo di borghesi in mezzo al verde della foresta. Un'anticipazione della pittura impressionista, con la natura ed il paesaggio ritratti attraverso ampie zone di colore. Un verde, dalle cupe tonalità, che sembrerebbe richiamare lo sfondo di un moderno brunch a tinte nerazzurre. Ad esempio quello andato in scena nel match contro il Torino. Un trio di borghesi con la maglia a scacchi – da trasferta – composto da Martinez–Hakimi e Sanchez. I tre, seduti sul manto erboso, si sono gustati un thè per festeggiare la rete del vantaggio. Il trio, come i due uomini e la dama raffigurati dal pittore, si mette in risalto contrastando il verde sullo sfondo e brillando di luce propria. Serenità e sorrisi, come se il tempo si fosse fermato. Immobile felicità.
IL BACIO – Olio su tela (cm 112x88cm) del pittore Francesco Hayez. In questa stagione nerazzurra di baci ce ne sono stati molti. Quello di Skriniar rivolto alla telecamera, quello tra compagni dopo una rete e poi c'è stato lui. Il vero e proprio bacio. Un bacio a rappresentare l'amore. Il premio per una prestazione convincente, per un assist pennellato. Amore e libertà. Proprio come raffigurato dal celebre artista nel suo dipinto. Al contrario di quest'ultimo, la riproduzione a cura di mister Conte ed Achraf Hakimi – nella decisiva vittoria contro il Cagliari – non trasuda dolore ed infelicità, bensì gioia, estasi ed un profondo sentimento. Una rivisitazione in chiave moderna di un celebre dipinto nettamente romantico, ma di stampo neoclassico. Baciami, guascone!
L'INCORONAZIONE DI NAPOLEONE – Olio su tela (621x979cm) dipinto dall'artista Jacques Louis David tra il 1805 ed il 1807. A pensare al quadro, rappresentante il culmine della carriera politica e militare di Napoleone, non può che tornare alla mente l'esultanza di Romelu Lukaku dopo il gol del definitivo 0-3 rifilato ai cugini rossoneri nel derby. Una vera e propria incoronazione, alla Scala del calcio, come Imperatore di Milano. La grandezza della tela, viene qui rappresentata dalla grandezza del belga sia come uomo che come calciatore. Un raffigurazione contemporanea del potere assoluto, del dominio e della potenza. Le luci del Meazza ad illuminare il numero 9, come il fascio di luce che entra dalla Cattedrale di Notrê–Dame. Un'autoincoronazione ad eliminare ogni riferimento con i predecessori. Unicità.
DANCING IN COLOMBIA – Olio su tela (188×231,1cm) del 1980 a cura del famoso artista colombiano Fernando Botero. L'orchestra richiama nell'unità la banda di mister Conte che, egregiamente diretta, suona lo spartito in maniera strabiliante e senza sbavature. La scena raffigurata dal pittore richiama l'ambiente di un tipico locale colombiano nel quale musica e divertimento ne fanno da padroni. Sette musicisti – metaforicamente gli undici in campo -, un jukebox e due ballerini. Quest'ultimi, nell'immaginario moderno, potrebbero rappresentare o i tifosi danzanti grazie ai risultatati inanellati dai loro beniami oppure il duo Lautaro–Hakimi (lanciati in una nuova danza nelle ultime esultanze). Un dipinto dalle tonalità calde, ma allo stesso tempo vivace e vitale. Proprio come i nerazzurri che sanno scindersi tra la fase di gestione della partita e quella di forcing nei momenti di bisogno. Gioia danzante.
Una stagione da incorniciare, dunque, per l'Inter. Nonostante ciò però, dopo questo breve tour, si sente ancora la necessità di arricchire la collezione. Come fare? L'idea c'è. Un'ulteriore e definitiva opera d'arte, tale da rendere il Musée d'Inter unico ed inimitabile. Titolo? Il Sogno.