Tuttosport dedica un articolo all'analogia che sussiste, a loro dire, tra Achraf Hakimi e Stephan Lichtsteiner. Se c'è una costante nel gioco di Conte è che gli esterni fanno la voce grossa e spesso lavorano l'uno per l'altro (vedasi l'azione del gol al Cagliari, con il marocchino a servire l'assist decisivo a Darmian).
Con una differenza, come sottolinea il quotidiano torinese: nel suo primo campionato di Serie A lo svizzero ex Juventus realizzò soltanto due reti, mentre il marocchino è già a quota sei, dietro soltanto a Gosens dell'Atalanta nella stagione in corso.
Un'altra diversificazione rispetto al gioco della squadra allora allenata da Antonio Conte è che a mandare l'esterno in profondità era spesso Andrea Pirlo, giocatore con caratteristiche diverse da quelli attualmente all'Inter, ed è per questo che il percorso per arrivare ad Hakimi è più “laborioso”, come lo definisce Tuttosport.
Resta tuttavia l'idea di base che si passi sempre da quel lato, il destro, per scardinare le difese avversarie.