Vedi Napoli e poi muori. Parole di Goethe, straordinario omaggio alla città partenopea. Per ammazzare – sportivamente – l'Inter non è bastato il tridente messo in campo da Gattuso.
Napoli-Inter 1-1
Al di là dei vari Politano, Insigne, Osimhen e Mertens, i nerazzurri si sono fatti del male da soli. Pasticcio della coppia De Vriji-Handanovic e dolcetto – neanche tanto meritato fino a quel momento – per i calciatori di Ringhio Gattuso.
La partita l'aveva fatta l'Inter con traversa e palo a negare la gioia del vantaggio a Lukaku. Scherzetti del calcio. A Napoli poi, città celebre per i grandi maestri della comicità – Totò in primis – lo scherzo è assicurato. L'Inter ha dimostrato – semmai ce ne fosse ancora bisogno – di essere nettamente cresciuta psicologicamente. Bravo Antonio Conte nel raffinare – e rifinire – l'ottimo lavoro cominciato da Luciano Spalletti. L'uomo della provvidenza si conferma ancora una volta Christian Eriksen. Come capitato nel derby di Coppa Italia contro il Milan, il suo piede si è scaldato nel momento più importante della stagione. Il tiro da fuori area non ha lasciato spazio a Meret. Pareggio giusto, anzi giustissimo per quanto visto in campo.
La matematica dice che l'Inter è padrona del proprio destino. Nove punti – dieci considerando gli scontri diretti – sul Milan, undici sull'Atalanta, tredici sui sempre più probabili futuri ex campioni d'Italia della Juventus devono proiettare lo sguardo verso un futuro roseo. Con sette giornate ancora da disputare, i punti che mancano all'Inter per recarsi dal sarto e farsi cucire il tricolore sul petto sono dodici. Conte è un grande motivatore, e siamo certi che martellerà i suoi calciatori fino a quando questo campionato non sarà in archivio. E' stato scelto per vincere, e le cose sembrano promettere bene. Qualora ci riuscisse avrebbe addirittura fatto meglio del Trap, suo antico maestro. Poche settimane e sapremo, nel frattempo giusto gustarsi questo pareggio che profuma di vittoria.
Il simpatico buffetto – Lo merita Christian Eriksen, uomo della provvidenza. Toglie le castagne dal fuoco in una serata che sembrava stregata. Lo fa con quella classe mista a serafica calma che appartiene ai più grandi. Sontuoso.
Le rasoiate – Partita non esaltante quella di Nicolò Barella. Il centrocampista nerazzurro ha abituato la platea a prestazioni di ben altro spessore. La sensazione è che stia rifiatando in attesa del rush finale. Sufficiente.