(ID), Pistocchi, pt.3: “Ho un progetto per il futuro. Dinho era dell’Inter”

Nuovo appuntamento con il podcast “I Gemelli and Saba” con i nostri giornalisti, Raffaele Garinella, Mario Spolverini e Sabatino Durante. Il grande ospite di questa sera è stato il giornalista Maurizio Pistocchi che ha raccontato, oltre ai vari aneddoti della carriera, le sue opinioni sulla SuperLega e sull’Inter.

Sulla sua esperienza a Mediaset: “Io ho chiuso la mia esperienza con Mediaset perché dopo 4 anni in cui mi hanno ridotto a fare il garzone di bottega non aveva senso. Era un matrimonio in cui non ci si parlava. Ma sono stati anni belli, ho lavorato con Mosca, Vianello, Piccinini. Ho cercato di farla finire bene, senza far finire la cosa in tribunale. Ho un progetto per un programma molto bello e ho avuto già qualche richiesta. Se troverà un accordo lo farò, altrimenti no. Aprirò dal 1 luglio il mio canale Twich e Youtube. Ci sono tifosi che mi chiedono perché per certe squadre ci sono certi trattamenti: nel calcio italiano c’è una grande anomalia, in cui c’è una squadra che è la più importante con a capo gente che investe tanto in pubblicità. Non so se troverò un qualcosa che mi piace fare. Ho sempre avuto un’etica in questa professione, ma so che c’è gente che non ce l’ha. Ho visto con i miei occhi gente che non voleva invitare un certo personaggio perché scomodo. Io ricordo a Mediaset dopo quella moviola di Juventus-Inter del ’98. I telefoni bollivano. Ricordo Vianello che disse a Rognoni: ‘Ma visto che ascolti?’”.

Poi alcuni aneddoti: “22 Dicembre ’97. Sto tornando in Romagna e mi chiama un mio amico che mi dice che era con il fratello di Ronaldinho. Questo mio amico mi dice che Ronaldinho compirà 18 anni e andrà via a zero. Faccio delle telefonate, prima a Braida a cui non piaceva, poi a Moratti che disse che era un giocatore che gli piaceva moltissimo. Moratti mandò i suoi inviati e si fece un accordo con Ronaldinho. Poi il mio amico mi chiama e mi dice che all’Inter sono matti e che con Ronaldinho non se ne fa più niente perché se lo prendevano non avrebbe giocato più Recoba. Poi il brasiliano andò al PSG. Ma mi sono capitati tanti di questi episodi. Oppure Oriali si ricorderà che ci vedemmo con un procuratore tedesco per portare Emerson all’Inter, prima che andasse alla Roma, ma la cosa non si concretizzò per le richieste esose. Sono stato a Siviglia con Maradona: una persona di un livello e di una dolcezza. Io non conoscevo nulla di Siviglia e lui mi disse di andare in un posto a mangiare. Quando andai a pagare era già stato fatto tutto da lui”.