Prima della trasferta in terra ligure all'Inter mancavano dodici punti per la conquista matematica dello scudetto. Il capitombolo del Milan ha facilitato le cose ai nerazzurri nonostante il pari – 1-1 punteggio finale – contro uno Spezia catenacciaro e con un solo tiro in porta all'attivo. I nove punti che separano l'Inter dal tricolore – facendo i calcoli considerando l'Atalanta vittoriosa a Roma e potenzialmente seconda – dovranno essere conquistati alla svelta contro Hellas Verona, Crotone e Sampdoria.
Niente drammi – Ai punti l'Inter avrebbe strameritato il successo pieno, ma la Dea Bendata ha dato una grossa mano allo Spezia, bravo nel capitalizzare l'unico tiro verso la porta di Handanovic. Certe partite sono stregate e il sortilegio che aleggia sui più meritevoli talvolta si palesa con errori di singoli che penalizzano il gruppo. È il caso della papera di Handanovic, ieri nuovamente poco brillante così come a Napoli. Il calcio – così come la vita – è fatto di cicli e non sottolineare l'importanza di Handanovic in questa stagione – si ripensi al doppio miracolo nel derby di ritorno – sarebbe ingiusto. Capita di sbagliare e l'errore di Lukaku a tu per tu con Provedel è parso altrettanto grave. Capita anche ai migliori, inutile drammatizzare sul nulla.
Questione Super League e futuro societario – Non fa una piega l'analisi di Antonio Conte a fine partita. Lo sport deve essere meritocratico. Inutile aggiungere altro. Conte si è anche soffermato sui piani futuri nerazzurri. Anche in questa occasione impossibile non trovarsi d'accordo con l'allenatore. I piani dovranno essere chiari. Troppe voci destabilizzanti sono state esorcizzate brillantemente dallo stesso Conte e da Beppe Marotta. Non si può pensare di vivere un'altra stagione con gli stessi brusii. L'Inter ha bisogno di chiarezza ed è giusto che sia la società a fugare ogni dubbio per consentire a staff tecnico e squadra di continuare a vivere con serenità il percorso di crescita intrapreso nell'estate del 2019.
Così è (se vi pare).