Le strade di Rosario Abisso, arbitro della sezione di Palermo, e dell'Inter sono tornate ad incrociarsi ad oltre due anni di distanza da quel famigerato 24 febbraio 2019, serata di Fiorentina-Inter 3-3, con il clamoroso e assurdo calcio di rigore assegnato ai viola al termine di un recupero infinito per un fallo di mano inesistente di Danilo D'Ambrosio che scatenò le ire di Luciano Spalletti, allora tecnico nerazzurro.
Ieri, a San Siro, l'arbitro siciliano è stato ancora una volta protagonista con un gol annullato a Faraoni per presunta carica sul portiere Handanovic. L'opinione pubblica si divide, le correnti di pensiero si spaccano: su Twitter, il portiere Emiliano Viviano, con più di trecento presenze in Serie A, ha spiegato i motivi dell'annullamento della rete, a suo modo di vedere sacrosanta: “C’è poco da spiegare, le braccia e le mani del portiere non si toccano, è come uno sgambetto per un calciatore! Faraoni non lo fa apposta ma Handanovic guarda la palla e se gli togli un braccio e normale non la prenda”, ha scritto il portiere.
Diversa invece l'opinione dell'ex fischietto Mauro Bergonzi: “Abisso era un arbitro promettente. L'episodio mi ha lasciato perplesso. Il gol era assolutamente regolare, non c'è alcun intervento falloso del giocatore su Handanovic, va di spalla in maniera pulita. Nessuna protesta? Dal campo spesso non ti accorgi di nulla, quindi magari non si è reso conto di quanto accaduto. Si poteva andare al monitor, è un errore e quindi chiaro ed evidente errore”.
Anche Maurizio Pistocchi ha commentato uno degli episodi più controversi della sfida tra Inter ed Hellas Verona, quello del contatto tra Handanovic e Faraoni che ha portato al successivo annullamento del gol del terzino ospite: “Faraoni contrasta Handanovic che si predispone alla parata, e con il braccio sinistro sposta il braccio sinistro del portiere. Fallo“, il pensiero del giornalista.
Insomma, una verità oggettiva non c'è. Di certo, però, agli occhi dei tifosi interisti la decisione di ieri vale una Redenzione dagli… Abissi, per il buon Rosario. Una designazione che, in ottica Scudetto, sembrava per certi versi diabolica. La rivelazione, invece, è stata divina.