Pioli was on fire. Le primavere di Stefano sono da estintore

“Pioli is on fire” cantavano giocatori e tifosi rossoneri fino a qualche settimana fa. Il Milan veleggiava in testa alla classifica, dall’obiettivo Champions qualcuno azzardava anche a pensare alla parola Scudetto. Poi, però, le cose precipitano ed il vistoso calo atletico del Milan nelle ultime settimane ha diaboliche similitudini con quanto già era accaduto in passato alle squadre allenate da Stefano Pioli.

Lazio, Fiorentina ma soprattutto Inter erano anch’esse state vittime del medesimo crollo primaverile, tra marzo ed aprile. Con i nerazzurri all’epoca arrivarono sette vittorie consecutive, di cui cinque senza subire alcun gol, che permise di scalare la classifica dall’undicesimo posto, praticamente dai bassi fondi stile fogna, fino al quarto posto, cioè ai piani alti come un attico, con vista Champions League.

Poi però il sogno si spezza e rimangono solo le macerie: seguono 5 sconfitte nelle successive sei partite (contro Sampdoria, Crotone, Fiorentina, Napoli e Genoa) e un pari 2-2 in un derby buttato via dopo il 2-0 all'intervallo. Pioli viene accusato di non aver saputo gestire le tensioni, minaccia le dimissioni, e viene infine esonerato.

Ora, al Milan, Pioli è passato in due mesi dal primo al quinto posto, fuori attualmente dalla zona Champions League. Non un vero e proprio disastro, ma da marzo in poi i rossoneri hanno pareggiato in casa con Udinese e Samp, oltre alle sconfitte con Napoli, Sassuolo e la Lazio, ma a Roma, perdendo punti vitali. Risultati pesanti per un popolo come quello milanista che sognava e tuttora sogna il ritorno nella Coppa dalle Grandi Orecchie. La primavera, evidentemente, non è la stagione preferita dell’ex tecnico nerazzurro. Che sia un fattore di preparazione atletica? Magari semplici coincidenze?

Quel che è certo è che sia nello spogliatoio che per le strade della Milano rossonera l’aria è cambiata. Pioli was on fire, ma ora serve l’estintore.