Il calcio, insieme alla musica, crea un binomio molto gradito alle tifoserie. Cori da stadio, inni ed omaggi. Ormai la stragrande maggioranza degli artisti – come proposto tempo fa – hanno dedicato dei pezzi alle proprie squadre del cuore. Alcuni di questi sono stati poi presi ed utilizzati come inni ufficiali dai vari club. Brani iconici, cantabili e facilmente memorizzabili. Canzoni in grado di entrare nella mente, ma soprattutto nel cuore dei tifosi in men che non si dica. Una melodia – unita al testo – che possa coinvolgere, divertire, smuovere ricordi ed emozionare.
È così che nel 1971 Roberto Vecchioni regala al club nerazzurro forse il primo inno del club. Nell'anno del successo di Luci a San Siro, il cantautore di fede nerazzurra scrive e compone il brano Inter Spaziale. A cantarlo: Mario Bertini. Il centrocampista dell'Inter è uno tra i precursori dei calciatori-cantanti che poi, la storia del club, vedrà all'opera. Un inno – sullo stile musicale dell'epoca – con già una forte coesione ed identificazione tra l'Inter e lo Stadio San Siro. Questo un inciso del brano: “Inter, Inter più forte che mai. Il cielo è nerazzurro ormai“. Non molti saranno a conoscenza di questa perla musicale – della durata di circa due minuti – che ha accompagnato i colori nerazzurri durante una parte della propria storia.
Questo perché il primo inno ad essere impresso nella memoria di tutti i tifosi fu: Pazza Inter Amala. Nato dal progetto discografico di Rosita Celentano, il brano – scritto da Barillari–Stewart e musicato da Orlandi – riscosse un grosso successo sin dalla sua uscita nel 2003. Il gradimento fu altissimo. Allo stadio tutti la cantavano. I cantanti furono scelti tra i componenti della rosa di quella stagione – sulla scia di Vecchioni – e furono individuati in Vieri, Materazzi, Javier e Cristiano Zanetti, Almeyda, Cordoba, Adani e Ventola. Il testo dell'inno rappresentava alla perfezione l'essere nerazzurri e pazzi proprio come la squadra: “Una storia infinita che dura una vita, pazza Inter Amala!“.
Il brano rimase in auge fino alla passata stagione quando, con l'arrivo di Antonio Conte, si preferi optare per C'è solo l'Inter. Il tutto sembrava essere dettato dalla voglia del mister di riuscire ad estirpare dal DNA dei nerazzurri quel pizzico di pazzia, misto a follia, che da sempre li caratterizza. Il brano di Elio – cantato da Graziano Romani – è un inno all'interismo. All'interno del pezzo ci sono infiniti richiami alla storia del club – Peppino Prisco in primis – in grado d'infondere una carica pazzesca prima dei match. Un brano coinvolgente e musicalmente molto interessante, adatto all'essere riprodotto negli stadi prima dei match: “Io non rubo il campionato ed in Serie B non son mai stato“. Queste, forse, le parole più iconiche che i tifosi – con la base che al Meazza viene abbassata – urlano a squarciagola. La partecipazione sale, la carica emotiva raggiunge vette inesplorate.
Ora sull'onda dell'innovazione, dopo le modifiche – nel segno dell'appartenenza – del logo, in ballo c'è anche un nuovo inno. Nelle ultime ore è uscita la versione di I M Inter del duo Pezzali–Cecchetto con la partecipazione canora di Mirko Mengozzi (storico speaker nerazzurro). Una canzone che si fonde sull'idea d'identità tra tifosi, club e città. Un canzone da stadio, adatta ad essere cantata da migliaia di tifosi in unico coro: “Yes I M Inter!“. La base risulta molto orecchiabile, con già un sottofondo urban nel coro. Questa, ad oggi, sembrerebbe essere la canzone papabile per diventare il nuovo inno ufficiale. I giochi però non sono ancora chiusi. In ballo anche un brano di Povia e la proposta del duo Merk & Kremont – insieme a Eddy Veerus – con l'idea di farla cantare ai calciatori. La decisione potrebbe essere presa prima della fine del campionato. Un nuovo corso, un nuovo ciclo dove al centro però “C'è solo e sempre la spaziale e pazza Inter“.