Intervenuto ai microfoni di TMW Radio, nel corso di Stadio Aperto, Benoit Cauet, ex calciatore nerazzurro, ha commentato la vittoria dello Scudetto da parte dell'Inter, elogiando tutto il gruppo.Ecco le sue parole riportate da TUTTOmercatoWEB.
MERITO A CONTE – “Bisogna partire da quando è arrivato Conte: il primo anno, dopo i due di Spalletti, è stato molto positivo. Dalla lotta per la Champions, con la volontà e la rabbia stavano facendo bene, ma l'allenatore per primo voleva di più. Lì ha gettato comunque le basi per lo Scudetto, creando il gruppo che poi ha aggiustato nel modo giusto per aumentare la qualità. Lo spirito si è visto in tutto il campionato”.
ERIKSEN – “Credo all'inizio abbia avuto qualche problema di lingua, le sue qualità tecniche non si discutono ma magari in quanto a carattere faticava: il tempo penso sia servito a società e allenatore a modellarlo. Le cose sono cambiate, ed Eriksen ha conquistato la fiducia del suo allenatore. Non mi stupisce che Conte abbia voluto mettere i migliori possibili: ci ha portato anche lui”.
GLI UOMINI SIMBOLO – Lukaku con Lautaro sono sicuramente gli emblemi di questa squadra. Insieme hanno fatto cose straordinarie: credo che il merito, al di là di tutto, sia della società. C'è un lavoro di programmazione che va avanti da 4-5 anni, e non solo sui giocatori ma anche per la società, guardate per esempio la scelta di Marotta. Poi oggi mettiamo davanti l'allenatore perché guardi l'Inter e vedi tutto il suo spirito. Sono tutti affamati, gli somigliano: guardo Barella e vedo Conte, guardo Bastoni e vedo Vanoli e Stellini che ha nello staff. Uno Scudetto importantissimo, che può aprire a qualcosa di meraviglioso”.
L'INTER IN CHAMPIONS – “Beh, la Champions è particolare, lì si guarda la rosa. Hai creato lo spirito vincente e un gruppo fatto anche da giovani italiani, questo fa piacere: al di là di nome e storia, se prendi i singoli quante partite avevano giocato in Champions? Già lo scorso anno hanno fatto qualcosa di straordinario arrivando in fondo all'Europa League. Ora possono solo che crescere, ma non è che se ti chiami Inter vinci in automatico. Il bello è stato veder crescere tantissimo questa squadra nell'arco della stagione: è più forte e pragmatica, valori da non dimenticare”.