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Lo Scudetto di… Lukaku: l’attaccante che non superava mai i 15 gol

Lukaku è senza dubbio uno dei protagonisti principali di questo scudetto, se non l’artefice principale insieme al tecnico Conte

Lukaku è senza dubbio uno dei protagonisti principali di questo scudetto, se non l'artefice principale. L'attaccante belga è stato voluto fortemente da Conte, che sin dal suo approdo in nerazzurro ha indicato nel gigante allora dello United il rinforzo ideale per dare la caccia alla Juventus. Tuttavia nell'estate del 2019 la trattativa fu tutt'altro che semplice. Tra le alte pretese degli inglesi e l'inserimento dei bianconeri la spuntò la volontà ferrea del tecnico nerazzurro, che aveva inseguito il giocatore già dai tempi del Chelsea. Non sono mancate le critiche. Troppo grande l'investimento. Troppo goffo il giocatore, che appariva addirittura in sovrappeso.

E poi non aveva mai segnato più di 15 gol a stagione. Ma come sempre le critiche si smentiscono con i fatti. Un feeling speciale con Conte, carisma nello spogliatoio, atteggiamento da leader dentro e fuori dal campo, e soprattutto tanti, tantissimi gol. Il percorso di Lukaku all'inter è stato segnato da varie tappe, vari episodi e mai banali. Impressionanti le cavalcate che travolgevano le difese avversarie, come accaduto nel derby o contro la Lazio quest'anno. Parole da capitano, come quando all'indomani della sconfitta da parte di Pioli & co disse “non siamo ancora una grande squadra”. Lo scontro verbale e quasi fisico con Ibra, dove si è visto un Lukaku arrabbiato come sai si sarebbe immaginato.

Poi lo scudetto per un giocatore che non lo aveva mai vinto. Che ci tenesse si era capito in tante occasioni. E soprattutto che volesse farlo insieme a quello che è stato il suo padre calcistico. L'attaccamento lo si è potuto notare nei momenti belli, ma anche in quelli brutti. Come quella finale di Europa League persa con un suo autogol.  Dispiacere tale da spingerlo a segregarsi in casa per giorni, per la delusione di quell'obiettivo sfumato proprio all'ultimo. Ma stavolta invece la storia è stata diversa. Questa volta è arrivata la gioia, esplosa nella maniera più pura e sincera.

Con un carosello in messo al traffico, come un tifoso qualsiasi che sventolava la sua maglia urlando di felicità. Con tutta l'umiltà e l'abnegazione che lo hanno sempre caratterizzato. Da tempo non si vedeva un simile attaccamento alla maglia e una così forte dedizione alla causa nerazzurra. Per questo Lukaku ha fatto sognare il mondo nerazzurro.