Lassa pur ch'el mond el disa (ma Milan l'è on gran Milan) è una canzone milanese scritta da Giovanni D'Anzi e Alfredo Bracchi nel 1939. Dopo il grande successo ottenuto da Oh mia bela Madunina nel 1934, Lassa pur ch'el mond el disa si presentò da subito come un vero e proprio inno all'orgoglio cittadino, una canzone che celebra l'essenza della “milanesità”. Il ritornello dice appunto, riprendendo l'ultimo verso di Oh mia bela Madunina: “lascia pure che il mondo dica, ma Milan l’è un gran Milan“.
Fa specie, a pensarci, che una delle colonne portanti dell’Inter campione d’Italia 2021 porti proprio il nome dei rivali cittadini dei nerazzurri, il Milan appunto. Parliamo proprio di Skriniar, autentica fortezza slovacca che ha fatto le fortune di Conte quest’anno. Fa specie, per di più, pensare che al primo tentativo di alzare un trofeo con Conte, in finale di Europa League contro il Siviglia, Skriniar sedeva in panchina con Godin titolare. Triste, con quell’espressione vacua, il futuro sembrava lontano da Milano.
Correva l’agosto del 2020, e all’esordio del nuovo campionato, contro la Fiorentina, la scena si ripete: stavolta Conte schiera D’ambrosio, l’Inter incassa tre gol ma riesce a battere i viola con un roboante 4-3. Fuoco in attacco, fantasmi dietro. Il Tottenham lo vuole, le sirene sono accese, i tifosi si preparano a salutare il centralone ex Samp.
Poi però succede che Milan resta a Milano, e il mondo si capovolge. Skriniar si adatta magicamente alla difesa a tre contiana, e diventa devastante. Dal 25 novembre, contro il Real Madrid in Champions, non è più esistita un’Inter senza lo slovacco titolare. Striscia incredibile di 33 gare consecutive giocate dal primo minuto, per una Rivoluzione totale.
Skriniar ha mostrato tutte le sue qualità, quest’anno: ma la sua più grande abilità è quella di essere estremamente duttile, come il platino, l’argento, l’oro. Skriniar è un metallo prezioso che riesce ad adattarsi ed affrontare qualsivoglia tipologia di attaccante. Contrasta gli Ibrahimovic e i Duvàn grazie alla sua straordinaria potenza fisica, limita i Muriel ed i Correa (ricordate il gambone a fermare l'argentino lanciato a rete?) in virtù di una assurda facilità con cui riesce a mutare la frequenza dei suoi passi, come fosse un corridore. Abilissimo marcatore, fondamentale anche in fase offensiva: già tre reti in stagione, tra cui quello pesantissimo contro l’Atalanta.
Milan è davvero un gran Milan, e Skriniar è uno dei principali protagonisti di questo Scudetto che, sul suo petto, splende lucidamente come fosse quell’oro a cui abbiamo associato il 37 nerazzurro. Da escluso a uomo record: è la Rivoluzione slovacca.